Scoperti i furbetti dei frigoriferi: grande catena li smaltisce in strada

Scoperti i furbetti dei frigoriferi: grande catena li smaltisce in strada
di Federica Lupino
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Mercoledì 21 Marzo 2018, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 18:52
Quando i clienti andavano a ritirare il frigo nuovo, al magazzino del negozio consegnavano anche quello vecchio. Del resto, il costo dello smaltimento degli elettrodomestici usati è già inserito in fattura e deve seguire un iter ben preciso. Peccato che il punto vendita di Viterbo, che fa capo a una catena nazionale, anziché seguire le (ben più costose) prescrizioni del testo unico dell'ambiente, pensava bene di risparmiare buttando le carcasse in giro per il capoluogo.

Ma i responsabili avevano fatto male i conti: i militari del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Viterbo, guidati dal colonnello Emiliano Sessa, li hanno seguiti e beccati. Per quattro persone è scattata quindi la denuncia penale per abbandono e smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali. E ora la Procura, che ha aperto un fascicolo, sta lavorando per ricostruire l'intera filiera dei furbetti e capire da quanto tempo i responsabili del negozio hanno imboccato questa scorciatoia.

«Le indagini spiega il comandante Sessa nascono dai controlli del territorio. Anche grazie alla collaborazione dei preposti in loco, abbiamo prima individuato le carcasse dei frigoriferi, quindi proceduto con pedinamenti e appostamenti per ricostruire quanto stesse avvenendo». Ed è così che prima hanno pizzicato un camioncino che scaricava i frigo; poi, attraverso la targa, i soggetti da cui si suppone provenissero gli elettrodomestici. Utili per scoprire l'identità dei responsabili anche alcuni documenti trovati nei pressi delle carcasse.

«Abbiamo così individuato continua Sessa due soggetti che provvedevano allo smaltimento illecito di pezzi usati che, presumibilmente, provenivano da privati che si erano rivolti al soggetto commerciale cui fa capo l'obbligo del ritiro».
Sono ben 77 i frigo sequestrati che erano stati abbandonati tra l'isola di prossimità di Stefanoni, quella dell'Acqua Rossa e di Monterazzano, oltre che fuori dall'ecocentro di Grotte Santo Stefano. In pratica, ad ogni viaggio si riempiva il furgone che poi veniva svuotato ogni volta in un luogo diverso.

Oltre alla denuncia, è stata applicata una sanzione amministrativa di circa duemila euro (la legge prevede un minimo di 1.040 e un massimo di 6mila euro), da pagare entro 60 giorni. Resta da capire se i frigo abbandonati negli anni sul territorio e più volte segnalati da Viterbo Ambiente
(seppur in numero inferiore rispetto a quelli sequestrati ieri) siano o meno riconducibili agli indagati.
 
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