La decisione di Palazzo Gentili è destinata a far rumore.
Alla vigilia del pronunciamento dell’assemblea, il presidente Pietro Nocchi aveva infatti ricevuto il rettore dell’Università della Tuscia, Alessandro Ruggieri, latore della disponibilità dell’ateneo. «Previo un accordo che ci assegnasse l’immobile per un arco temporale molto ampio – aveva sottolineato l’economista – siamo pronti a sostenere le spese necessarie per riqualificare l’immobile e renderlo fruibile per le esigenze didattiche, di ricerca e iniziative culturali». «Visto che le forze politiche e sociali del territorio, in modo unanime, hanno sostenuto ultimamente la centralità dell’Università – aveva aggiunto il magnifico - nelle politiche di sviluppo socio culturale ed economico della città, credo che questa sia una buona occasione per dimostrare concretamente questo interesse».
Un interesse manifestato, ancorché a grandi linee, dallo stesso Nocchi. In recenti interviste, l’ospite di via Saffi aveva dichiarato che «dobbiamo attendere che la struttura sia liberata (il 12 giugno scorso i Vigili si sono trasferiti nella nuova sede della Cassa Nord, ndc), verificare le risorse a disposizione dell’ente”, e “immaginare una progettualità legata al mondo della cultura, un polo culturale vero». Per poi successivamente frenare: “che ci sia interesse intorno al futuro del bene è positivo, ma nulla toglie che se arrivassero opzioni migliori verrebbero valutate». Come dire: venderemo l’immobile al migliore offerente.
In consiglio provinciale il piano delle alienazioni non ha dato luogo a nessuna discussione. Men che mai si è fatto cenno alla caserma dei Vigili che pure da tempo è stata al centro di varie ipotesi di recupero e valorizzazione. Sulla proposta del rettore si erano espressi favorevolmente, nel corso della recente campagna elettorale, il neo sindaco Giovanni Arena, la leader di “Viterbo Venti Venti” Chiara Frontini, il baritono e neo consigliere comunale Alfonso Antoniozzi. Anche il consigliere provinciale Romoli, lista “Centrodestra unito e civici”, si era espresso “ad accogliere i ragazzi in uno spazio pubblico che diventi cuore pulsante della cultura per tutta la Tuscia”.
Nell’allegato al bilancio relativo al “Piano delle alienazioni...”, l’intervento proposto per la caserma è indicato sotto la dizione “Alienazione”.
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