Minorenni costrette a prostituirsi a Bari, i reclutamenti a scuola: «Tranquilla, faccio tutto io». Prestazioni di gruppo pagate il doppio

Le ragazze cercavano di arruolare anche le loro compagne di classe

Minorenni costrette a prostituirsi a Bari, i reclutamenti a scuola: «Tranquilla, faccio tutto io». Prestazioni di gruppo pagate il doppio
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 13 Maggio 2024, 23:49 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 09:28

«Lei mi ha chiesto di prostituirmi con lei ad aprile - maggio 2022, all'uscita di scuola mi propose di prostituirmi per guadagnare dei soldi. Io le risposi di no ma lei mi disse che non dovevo fare niente, avrebbe fatto tutto lei, io dovevo stare solo con lei. Circa due settimane dopo, mi avvisò che dovevamo andare ad un appuntamento. (...) Quando arrivavano gli uomini, Cristina apriva la porta ai clienti che andavano dai venti anni in su. Subito all'ingresso del cliente se questi voleva avere prestazioni con entrambe dava 200 euro, se era con una sola 100 euro. (...) I clienti chiedevano la nostra età ma Cristina mi disse di dire che avevamo 18-20 anni. I clienti lasciavano i soldi sul tavolo e poi Cristina li metteva in borsa. (...) Lei mi diceva di stare tranquilla perché senza fare nulla avremmo guadagnato soldi. (...) Quando andava via un cliente, Nico usciva dal bagno e chiedeva subito la parte dei soldi che gli spettava». Il racconto di una delle amiche di Cristina finite nelle rete di prostituzione è chiaro e nitido: la ragazzina cede per alcuni incontri a riprova di come la vittima principale dell’inchiesta, poi pentitasi di quanto fatto, aveva cercato, in alcuni casi con esito positivo, di portare nuove ragazzine alla “corte” di Nicola Basile dopo l’esordio con la “Squadra” della Lopez e dell’Albanese. La madre di Cristina è sconvolta dopo quello che ha scoperto dalla figlia, la quale in più di un’occasione si era duramente scontrata con lei fino ad essere cacciata via di casa. Vittime che diventano “carnefici” di altre minorenni prima di decidere di collaborare su input, nel caso di Cristina, anche del padre. Sono tutte ragazze di Bari, frequentano istituti professionali, si prostituiscono in grandi hotel e B&B per soldi da spendere poi in locali all’ultimo grido o in qualche grammo di hashish. Foto di champagne “Dom Perignon”, banconote da tagli di cento, duecento euro, immortalate in storie Instagram. Come spiega Filippo Portoghese, dirigente della Squadra Mobile di Bari: «Alla base c’è un disagio familiare più che sociale». Molte delle “baby-squillo” infatti vivono in famiglie con problemi, alcune anche piegate da difficoltà economiche. E per una madre che trova la forza di denunciare, ce ne è un’altra che dalla “Squadra” Lopez-Albanese si farà pagare per non dire nulla alla polizia. Consapevole di quanto e cosa facesse la figlia minorenne. La ragazzina chiederà anche alla polizia di non tornare a casa dove il suo passato era stato scandito anche dalle botte. «Tutto è iniziato dopo l'estate del 2021 quando mi sono riavvicinata ad Antonella Albanese - dirà Cristina, decisa a cambiar vita - Lei era stata prima nelle Marche dove lavorava in locali notturni e poi andò a Roma con un'altra ragazza. Quando Albanese è tornata a Bari mi ha presentato Marilù che si chiama Marilena Lopez, siamo a ottobre novembre 2021. (...) Marilù e Antonella che già si prostituivano, mi invitarono a farlo con loro. Mi istruirono su cosa e come farlo».

CONTATTI E IMPEGNI

La Albanese aveva introdotto Cristina nel mondo della prostituzione pur essendo consapevole della minore età della ragazzina, cercando di superare le resistenze della medesima descrivendo una sorta di mondo dorato basato su guadagni facili.

La tecnica utilizzata dalla Albanese e dalla Lopez consisteva nell'inserire annunci, generalmente sul portale "Bacheca Incontri", attraverso l'impiego di due o più cellulari dedicati, utilizzati in via esclusiva per l'attività di prostituzione. In questi annunci, venivano indicate le ragazze disponibili, il luogo in cui si tenevano gli appuntamenti, le prestazioni sessuali elargibili dalle escort ed i numeri delle utenze mobili da contattare.

Tra la Albanese e la Lopez non vi era un rapporto di gerarchia, rivestendo una posizione paritaria: le due donne, al netto dei compensi per le altre partecipanti, dividevano i cospicui guadagni in parti uguali: «Non c'era un capo tra Marilù e Antonella, i soldi restanti se li dividevano sempre in parti uguali tra loro. Una volta guadagnammo 1.500 euro e tolti i soldi a me, loro si divisero il resto in parti uguali».

LE “LOCATION”

Poi arriva Nico Basile, il metodo resta lo stesso anche se cambiano i clienti e le “location”. Dai B&B di via Principe Amedeo si passa agli hotel di lungomare Nazario Sauro. E dai 200-300 euro si arriva anche a 500 euro più regali extra. Una delle ragazzine raccontando del cliente “facoltoso” di turno dirà: «Ci faceva anche dei regali materiali tipo delle scarpe». Basile «faceva delle truffe online, quando sono iniziate ad andare male le truffe lui ha incominciato a propormi di prostituirmi» dirà Cristina aggiungendo poi di essere stata anche minacciata dall’uomo che qualora non avesse aderito alla sua proposta indecente, quest'ultimo avrebbe pubblicizzato la sua attività di "escort" diffondendo delle fotografie di cui era in possesso. Desideroso di incentivare ulteriormente i guadagni, Basile aveva invitato Cristina ad individuare e convincere altre sue coetanee, minorenni, a prostituirsi. Attraverso le applicazioni di messaggistica on-line, Basile aveva accesso alle foto delle amiche, quando individuava una ragazza che gli piaceva, chiedeva a Cristina di adoperarsi per convincerla a prostituirsi, cosa che era accaduta con una compagna di scuola.

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