L'AQUILA - Così lo scrittore aquilano Stefano Carnicelli, presenta l'evento con protagonista Giorgia Vaccarelli, sabato 18 maggio alle ore 18.15 presso la libreria Maccarrone (Piazzale Trony).
«È straordinario capire e scoprire quanta carica emotiva possa appartenere ad una giovanissima ragazza che risponde al nome di Giorgia Vaccarelli. Volutamente parlo di “giovanissima ragazza”, e non in modo pleonastico o ridondante, per riferirmi ad un’età compresa tra i 13 e i 17 anni. Giorgia Vaccarelli stupisce, spiazza, sbaraglia con il suo “Rideremo delle farfalle dorate” (un monologo e due commedie); non solo per la sua giovane età. Il suo è un testo ricco di tematiche, profondo, maturo, onirico, ironico, brillante. È un testo che fa riflettere, a tratti denuncia la crudeltà dell’uomo e della storia. Come è stato possibile? Forse è solo un brutto sogno? In altri passaggi, principalmente nelle due commedie, la scrittura, i dialoghi, diventano sogni, speranze, in quella che è una dirompente quasi eterna giovinezza. L’autrice si muove, quindi, in questa ampia gamma di temi-argomenti che non possono non appartenerci. Il suo racconto “All’appello”, nato per un tema di classe, è una risposta-condanna agli orrori della guerra e della shoah. Appena tredicenne compie un viaggio sovrannaturale in una realtà disumana apparentemente inconcepibile. Vola di fantasia e con gli occhi di un bambino atterra in un “non mondo” dove una scritta recita “Il lavoro rende liberi”. A sua insaputa, il carnefice è spettatore di crudeltà che non potrebbero mai accadere nella mente di un bambino. È un viaggio guidato, quasi fosse un girone dantesco, dove gli uomini, con identici sudici pigiamoni a righe, scalzi, scarni oltremodo, “più che persone”, sono “poveri contenitori di anime ormai rubate e distrutte”. È un villaggio terrificante che parla di odio razziale e di morte. Ogni grido di condanna si spegne nella muta gola del bambino-viaggiatore, in quello che è un silenzio assordante. La commedia “Le nozze di Prospero”, di ispirazione shakespeariana, esalta il tema dell’eterna giovinezza che appartiene a personaggi simbolici. La narrazione ruota intorno ad un’isola che Prospero, in una sorta di esilio, aveva occupato per farne la sua dimora dopo aver subito inganni familiari. Il suo essere buono, però, lo aveva portato, negli anni, a restituire l’isola a Calibano e agli spiriti della natura. Da qui nascono scene ironiche con testi sfolgoranti che vanno verso un battesimo dell’isola stessa che vuole essere momento di grande rinascita.
Giorgia Vaccarelli nasce a L’Aquila nel 2005. Attualmente vive a Roma e frequenta il 5° anno del Liceo Scientifico. Sin da subito si appassiona al teatro seguendone alcuni laboratori formativi. Ama anche suonare e studia diversi strumenti tra cui la chitarra, il pianoforte e la batteria. Si diletta anche nell’arte del disegno e della grafica. È una ragazza dinamica e molto attiva. Non mancano gli impegni sportivi e le partecipazioni alle attività del mondo scout. La passione per la lettura e la scrittura la porta, nel 2020, a seguire un percorso formativo (con Giuseppe Manfridi) sulla scrittura creativa. Di recente ha scritto lo spettacolo dal titolo “Il manoscritto” che andrà in scena a Roma (Teatro Marconi) il prossimo 27 giugno.