Ha ragione l’Italia: le limitazioni austriache alla circolazione dei mezzi pesanti al valico del Brennero violano «la libera circolazione delle merci prevista dagli articoli 34 e 35 del Trattato Ue». Non solo: «alcune di queste misure hanno maggiori probabilità di incidere sulle imprese straniere rispetto a quelle austriache». Arriva in corner (c’erano tre mesi di tempo dal 15 febbraio) il parere motivato della Commissione Ue sul ricorso avviato da Roma contro Vienna. Ma in tempo per far esultare il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che in piena campagna elettorale per le europee può capitalizzare una vittoria per niente scontata su una vicenda che si trascinava da anni e che ha procurato enormi danni economici alle imprese italiane: «È un'altra promessa mantenuta» commenta il leader della Lega.
Una nota del suo ministero, nell’esprimere «grande soddisfazione», fa sapere che ora l’Italia procederà a formalizzare il ricorso in Corte di Giustizia come previsto dall’art.259 del Trattato «per ristabilire un quadro giuridico favorevole alle imprese e tutelare il principio di libertà all’interno dell’Unione Europea». Da Vienna - che in passato più volte non ha voluto sentire ragioni sulla riduzione dei limiti - replicano: «l'Austria e il Tirolo hanno l'obbligo di adottare misure per mantenere l'aria pulita. La tesi della libera circolazione delle merci non può avere più importanza dell'onere per la salute della popolazione e dell'ambiente in Tirolo».
PRETESTI
Entrando nel dettaglio del parere, l’esecutivo Ue è netto: le misure restrittive imposte dall’Austria «mancano di coerenza e pertanto non possano essere giustificate nella loro interezza in base al raggiungimento degli obiettivi prefissati (protezione dell’ambiente, sicurezza stradale, fluidità del traffico o di fornitura)». Sul banco degli imputati il divieto di circolazione notturna, il divieto di circolazione settoriale mirato ad alcune merci con affinità ferroviaria, il divieto invernale il sabato e il razionamento dei veicoli pesanti in ingresso in autostrada (il cosiddetto “dosing” o “contagocce”).
Il corridoio del Brennero è attraversato annualmente da più di 50 milioni di tonnellate di merci. Secondo uno studio di Uniontrasporti «quasi 2,9 milioni di veicoli pesanti, di cui 980 mila italiani, subiscono i divieti con danni che complessivamente superano i 250 milioni di euro all’anno. Coldiretti ricorda come il Brennero sia un corridoio a tutt’oggi insostituibile per il flusso dei prodotti nazionali verso i paesi del nord Europa (Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia), e dell'Est Europa (Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca). Esultano le associazioni dei trasporti e della logistica. Per Confetra «finalmente si apre l’opportunità per il ricorso alla Corte di Giustizia per la rimozione dei vincoli». Per Anita, associazione aderente a Confindustria, «la notizia rappresenta una vittoria significativa per il nostro Paese e per le imprese che quotidianamente muovono l'economia nazionale, portando il made in Italy verso il Nord Europa».