Nico Cutugno: «Papà Toto Cutugno mi disse che faceva l'ingegnere, l'ho scoperto dai giornali chi fosse. La malattia? Non la accettava»

L'intervista a Domenica In

Nico Cutugno: «Papà Toto Cutugno mi disse che faceva l'ingegnere, mamma voleva proteggermi. La malattia? L'ha vissuta a modo suo»
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Domenica 5 Maggio 2024, 14:57 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 09:44

Nico Cutugno arriva nello studio di Domenica In per omaggiare il padre scompraso nell'agosto del 2023. Il 35enne inizialmente non era stato riconosciuto dal padre, perché nato da una relazione del cantante con una donna fuori dal matrimonio di nome Cristina, fu la moglie (Carla Galli) a spingere l'artista a dare il suo cognome al ragazzo e a riconoscerlo. Fino ad 8 anni Nicolò non sapeva che suo padre fosse un cantante: «Diciamo che per me era semplicemente il mio papà, lo vedevo spesso ma non sapevo chi fosse.C’è questo episodio che io ricordo sempre con il sorriso, io ero in macchina con lui e in radio passava Voglio andare a vivere in campagna e notavo che il timbro della voce era simile alla sua. Mi sembrava però strano perché lui mi aveva detto che faceva l’ingegnere. Poi ho scoperto chi fosse perchè è uscita tutta la storia nei giornali, me lo disse il mio bisnonno, mi disse: “Tuo padre è Toto Cutugno”»

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Nico Cutugno racconta il rapporto con il padre

«Mamma non me lo aveva detto per proteggermi, poi ad un certo punto è stato giusto così, io sono nato dall'amore quindi non c'era nulla di sbagliato».

Una volta che si sono ritrovati il rapporto è stato molto forte: «È stato un papà molto presente ma anche giovanile e alla mano, dovunqe andassimo era molto scherzoso ma mi ha insegnato il rispetto e l'educazione. Si scaldava molto ed era severo a pillole».

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La "lite"

Crescendo Nico si è avvicinato alla musica: «Ho cominciato a fare concerti con lui. Lui era diviso tra la gioia di avermi con lui e la sua smania di essere prima donna quindi aveva questo misto di gelosia che non riusciva a spiegarsi. Una volta eravamo a Tel Aviv, avevo 27 anni e gli chiesi se potevo suonare una canzone e la performance andò benissimo, io ero felicissimo e mi fecero tutti i compliemnti. Quando arrivai a cena con la troupe lui mi disse: "Dai sbrigati hai pure stonato". Forse ho stonato è vero ma io me la presi quindi ho continuato ad andare ai suoi concerti ma non ho piu' suonato assoli sul palco». Poi Nico si laurea alla Bocconi in Economia e continua a fare musica. «Ho cominciato a scrivere canzoni solo per il gusto di farlo, e lui finalmente mi fece i complimenti». Ora si occupa soprattutto di multimedialità. 

Una personalità quella del cantante molto forte: «In adolescenza ho subito il suo carattere, ma ho sempre avuto un rapporto di dialogo ma il modo in cui lui capiva meglio era attraverso la musica, e io avevo tromado il mio modo per arrivare a lui»

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La malattia

Toto Cutugno è morto per un tumore alla prostata ma «ha vissuto la malattia a modo suo, non aveva accettato questa cosa quindi anzichè fare un decorso normale lui ad esempio faceva la chemio durante la settimana e il weekend andava ai concerti. Lui è riuscito a combattere con grande coraggio. Ovviamente ci sono stati dei cambiamenti perché è durata 16 anni ma questa sua forza è la cosa che mi ha colpito di piu'. Gli sono sempre stato vicino»

«Papà aveva 80 anni quando è morto e io ho sempre avuto paura di perderlo. Io e lui abbiamo condiviso gli ultimi giorni della sua vita con grande tenerezza e affetto spesso in silenzio ed è stata la presenza a curare un dolore del genere. Lui inconsciamente secondo me sapeva stava arrivando il giorno della sua morte. Nell'ultimo periodo era proprio stanco, dopo il Covid ha avuto sempre meno occasioni per esibirsi». 

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