Inflazione stabile nella Ue. Taglio dei tassi più vicino

L’aumento dei prezzi al consumo in aprile è rimasto invariato al 2,4% su base annua

La gestrice di una rivenditra tabacchi allestische uno scaffale del negozio, Milano, 30 settembre 2021. A novembre, l'inflazione accelera nuovamente registrando un +3,8% dei prezzi su base annua e "portandosi a un livello che non si registrava da...
di Gabriele Rosana
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Sabato 18 Maggio 2024, 06:20

L’inflazione nell’Eurozona si mantiene bassa, e così sul tavolo della Banca centrale europea prende forma il primo taglio dei tassi d’interesse, in arrivo fra meno di tre settimane. Quasi due anni dopo, cioè, l’inizio del ciclo rialzista che ha portato il costo del denaro su valori record, e che l’Eurotower ha messo in pausa solo nell’ottobre scorso, lasciando il tasso principale al 4,75% e quello sui depositi al 4%.

LE PREVISIONI
Eurostat, l’istituto statistico dell’Ue, ha certificato ieri che l’incremento dei prezzi al consumo ad aprile, trainato dai servizi, è stato del 2,4% su base annua, invariato rispetto al mese precedente e appena quattro decimali di punto percentuale sopra il target del 2% perseguito dalla Bce (un anno fa il tasso di inflazione nella zona euro era pari al 7%).

Mercoledì scorso, presentando le previsioni economiche di primavera per il 2024 e il 2025, la Commissione Ue aveva prospettato un’inflazione al 2,5% quest’anno e una riduzione fino al 2% nella seconda metà del prossimo. Stando i dati di aprile, l’Italia fa meglio della media dell’Eurozona, con lo 0,9%, in ulteriore calo rispetto al già basso 1,2% segnalato a marzo e a un soffio dal podio occupato da Lituania (0,4%), Danimarca (0,5%) e Finlandia (0,6%).

Tutti numeri, insomma, che avvalorano i preparativi in vista della prima riduzione dei tassi. La data da cerchiare in calendario è quella del 6 giugno prossimo, quando il consiglio direttivo della Bce tornerà a vedersi per una riunione di politica monetaria a Francoforte, nel giorno dell’apertura delle urne delle elezioni europee. Il copione sembra ormai scritto, con l’accordo tanto delle colombe del sud quanto dei falchi del nord Europa: secondo le stime dei mercati, il taglio iniziale sarà prudente, dello 0,25%. Seguito da almeno altri due interventi della stessa natura, uno a settembre e l’altro a dicembre, per un totale di 75 punti base in meno entro la fine dell’anno. Nessuna fuga in avanti, però: se la sforbiciata appare pacifica, il registro continua a essere quello della prudenza, come ha ricordato la tedesca Isabel Schnabel, componente del comitato esecutivo della Bce, parlando con Nikkei Asia.

I DATI
Se quello di giugno è considerato «appropriato», tuttavia «sulla base dei dati attuali, un (successivo, ndr) taglio dei tassi a luglio non sembra scontato», ha detto Schnabel. Prima di tornare a ridurre il costo del credito, Francoforte potrebbe quindi aspettare un aggiornamento del quadro economico al termine dell’estate, monitorando da vicino le implicazioni delle guerre e delle tensioni internazionali sui prezzi globali. Così facendo, però, dopo mesi di esitazione e di gioco a carte coperte, alla fine l’Europa dovrebbe cominciare ad allentare la stretta prima degli Stati Uniti: sul finire del 2023 la Federal reserve era sembrata determinata a inaugurare un ciclo monetario espansivo in anticipo rispetto alla Bce, ma le attese sono state raggelate nei mesi seguenti dalla corsa dell’inflazione americana su base annua, tornata ad aprile a scendere, seppur molto lievemente, dal precedente 3,5% al 3,4%.

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