La medicina data alla sanità del Lazio sta funzionando. Nei primi quattro mesi dell’anno aver unificato le liste d’attesa di ambulatori pubblici, ospedali e cliniche private ha dato il risultato sperato. Secondo i primi dati ufficiali forniti dalla Regione le liste d’attesa della diagnostica stanno riducendo i loro tempi medi circa del 30%, con alcune prestazioni che hanno raggiunto risultati da record e che arrivano al -36%. E le conseguenze si vedono anche per le visite specialistiche, con un dato che, secondo stime, oscillerebbe tra il 15% e il 20%. Quindi, anche prenotare un incontro con un diabetologo o un cardiologo potrebbe essere molto più facile rispetto a quanto vissuto nel 2023.
L’OPERAZIONE
I giochi, però, non si sono conclusi.
Pronto soccorso, la fuga dei candidati. Il concorso è un flop: si sono presentati solo 163 medici
IL SISTEMA
Visite specialistiche, ecografie, risonanze, radiografie, tac: i pazienti del Lazio sanno cosa significa fare una prenotazione. E se il pubblico da anni ha abituato al Recup, il privato convenzionato (quindi, quello che permette l’accesso delle strutture private attraverso una ricetta e il pagamento del solo ticket) in una larghissima parte dei casi passava attraverso propri sistemi di prenotazione. E c’è chi in rubrica metteva da parte (e ha ancora) tutti i numeri per chiamare questa o quella struttura. In futuro, a operazione completata, il numero unico regionale servirà per buona parte delle prestazioni. E basterà solo il super call center regionale. A oggi 209 strutture sanitarie private accreditate hanno completato l’integrazione con il Recup o sono passati al suo utilizzo completo. Ce ne sono 164, invece, che si trovano in una fase “di produzione”. Una volta completato il passaggio, dunque, molte più visite e molte più prestazioni saranno prenotabili attraverso il numero unico 06.9939.
GLI EFFETTI
Nelle stanze della sanità regionale i numeri confermano i primi effetti di questa cura taglia-attese che, comunque, continuerà ad andare avanti proprio nel corso dell’anno e rafforzare, così, l’integrazione delle prenotazioni del convenzionato. Qualche prestazione è comunque andata meglio di altre: si è arrivati al taglio dei tempi di attesa superando il -36% per le risonanze magnetiche del cervello e del tronco encefalico. Nel 2023 per averne una bisognava aspettare 106 giorni, ora si è arrivati a 70. Lo scorso anno se ne sono erogate 2.405, nei primi tre mesi del 2024 si è arrivati a farne 4.520. In questa particolare classifica poco sotto (con un taglio del 35%) ci sono le risonanze magnetiche della colonna senza mezzo di contrasto: dai 93 giorni del 2023 si è passati a un tempo medio di 57. Lo scorso anno ci volevano invece circa 92 giorni prima di sottoporsi a una risonanza magnetica dell’addome inferiore e dello scavo pelvico con mezzo di contrasto. Ora il tempo medio d’attesa si ferma a 75 giorni: il taglio è del 17,38% E se nel 2023 se ne sono fatte 565, ora, nel primo trimestre 2024, ne sono arrivate 726 in più.
giampiero.valenza@ilmessaggero.it