Jacobs, la lettera al Messaggero: «Roma, vieni a tifare per me. Mi manca tutto: le serate, la gente e l’amatriciana»

Il campione olimpico dei 100 sabato torna a gareggiare in Italia dopo quindici mesi nella città che sente casa sua

Jacobs, la lettera al Messaggero: «Roma, vieni a tifare per me. Mi manca tutto: le serate, la gente e l’amatriciana»
di Marcell Jacobs
3 Minuti di Lettura
Giovedì 16 Maggio 2024, 06:25

Cari amici, sono tornato a Roma e mi ha accolto un bellissimo sole. Ho rimesso i piedi sulla pista dello Stadio dei Marmi, tutto restaurato con le statue che scintillano per quanto sono bianche. E ho respirato di nuovo l’aria di casa. Non posso dirvi che mi sono trovato male in Florida, anzi. Il clima è abbastanza simile a quello di Roma, mi riconoscevano in pochi ed erano soprattutto italiani, quindi sono uscito dal cono dei riflettori e ho potuto gustare una vita monastica tutto pista e famiglia, tranne qualche puntata sui campi di golf che circondavano la mia casa americana, e delle visite ai miei compagni d’allenamento. A proposito, la cosa bella è stata che per la prima volta ho potuto fare training con altri campioni che tutti sappiamo di poterci ritrovare sulla linea di partenza nella finale dei 100 metri a Parigi. Mi sono concentrato sull’allenamento col mio nuovo coach, Rana Reider, che sarà anche lui nelle prossime settimane fra Roma e Rieti in vista degli Europei del 7-12 giugno.

In tutti questi mesi in cui ho deciso di resettare la mia vita e cambiare tutto, ho però mantenuto casa a Roma. E molte cose mi sono mancate, il calore dei romani, la buona cucina e la mia amata pasta all’amatriciana, le serate romane e l’affetto che mi circonda in questa città meravigliosa. Il murales che mi hanno fatto trovare al ritorno da Tokyo va risistemato ma sta ancora là a ricordarmi il bene che i romani mi vogliono e il bene che io voglio a questa città. Ho ritrovato il piacere di andare nei miei ristoranti preferiti, salutare le persone che conosco nel mio quartiere, Collina Fleming, rivedere lo stadio Paolo Rosi all’Acquacetosa dove mi sono allenato tanto tempo in mezzo a gente di tutte le età che faceva jogging e soprattutto ai ragazzi delle scuole che amano lo sport, com’è giusto perché lo sport, l’atletica in particolare, è una grande lezione di vita per chiunque, soprattutto per chi è adolescente.

L’atletica è stata il mio sogno, prima il lungo poi i 100 metri, che ho coltivato e per il quale ho faticato e mi sono sbattuto perché avevo un obiettivo.

Adesso che l’ho raggiunto, il doppio oro Olimpico, dopo Tokyo non ho più nulla che devo dimostrare e corro con l’allegria di quando ero bambino. Ognuno ha la sua forma di felicità, la mia sta tutta nella corsa, anche quando facevo il salto in lungo, la velocità che mi dà quel senso di forza, e di libertà, che provo quando corro e ancora di più quando gareggio. Vi invito tutti a venirmi a vedere e a seguire oltre a me, tutti i fantastici atleti che competeranno il 18 maggio negli Sprint Festival in questo nuovo Stadio dei Marmi bello da paura, e venti giorni dopo venite anche agli Europei. Roma, nei prossimi giorni, sarà davvero la capitale dell’atletica, il centro del mondo, prima di passare il testimone a Parigi 2024. E là, a Parigi, sia io sia gli altri ragazzi della staffetta arriveremo da campioni in carica e credetemi, venderemo cara la pelle!

Marcell Jacobs

© RIPRODUZIONE RISERVATA