Perugia, il bottino dei furti in casa va all'asta. E i proprietari se vogliono i gioielli ora devono pagare

Perugia, il bottino dei furti in casa va all'asta. E i proprietari se vogliono i gioielli ora devono pagare
di Egle Priolo
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Venerdì 17 Maggio 2024, 09:18

PERUGIA - Anelli, orecchini, orologi e persino diamanti. Un piccolo tesoro valutato quasi 16mila euro pronto ad andare all'asta. La particolarità? Sono tutti corpi di reato. Gioielli e preziosi frutti di furti o sequestri: in pratica bottini e refurtive rimasti per vari motivi senza proprietari. E adesso chi vuole potrà ottenerli a prezzi decisamente più bassi rispetto a quelli di mercato. Con l'Istituto vendite giudiziarie pronto a battere all'asta pezzi di cui non si è potuta ricostruire la storia o di cui un giudice ha disposto la vendita. Magari dell'anello di una nonna finito chissà come nella retata in un covo di ladri o di gioielli rubati chissà dove e finiti nell'Ufficio corpi di reato del tribunale di Perugia.

Così, la prossima settimana, venerdì 24 maggio, ci sarà il primo esperimento dell'asta, con pezzi del valore totale stimato di 15.367 euro. Si va dal braccialetto «presumibilmente in argento» quotato 8 euro fino all'orologio da polso da uomo, automatico e in acciaio, da 700 euro. In mezzo, un'altra ottantina di pezzi rimasti senza storia. Un tesoro anche di ricordi, tra gioielli di natura religiosa, medaglie con segni zodiacali e iniziali. Ma appunto anche gioielli che per qualcuno hanno avuto un significato profondo, strappati al loro passato magari da un balordo in cerca di una dose.
C'è qualche fede portata fino all'altare o l'anello appartenuto a un tal “SP” o quello che ricorda una Bruna forse nata o sposata nella primavera del 1976. Poi c'è la medaglia con l'incisione “Più di ieri meno di domani”, che magari rammenta un amore che voleva tendere all'infinito e invece è finito sotto i tre colpi di un martelletto. E ancora collane, catenine e pure un diamante naturale da 0,10 carati. Di alcuni oggetti è disponibile anche una fotografia, per rendersi conto prima per cosa si alzerà la mano davanti al battitore e valutare così la propria offerta.
LA BASE D'ASTA
Tutti pezzi, comunque, per cui è prevista una base d'asta che però nel secondo esperimento, il 21 giugno, non sarà più prevista, tanto che il totale della vendita scenderà a poco meno di 9mila euro, quasi la metà, con l'asta considerata «da zero a libera offerta e al valore intrinseco». Ma, come si spiega nell'avviso pubblicato all'interno dell'Albo pretorio del Comune di Perugia, «se i beni rimarranno invenduti anche in secondo esperimento, si procederà ad eseguire la vendita nei sessanta giorni successivi senza prezzo base». Un affare per cui la sede l'Istituto vendite giudiziarie si racconta sempre molto frequentata i giorni delle aste, con la curiosità poi in questo caso amplificata dai particolari pezzi in vendita, arrivati nella sede di Ponte Felcino dopo gli accertamenti e le decisioni delle autorità competenti. Oltre agli ori oggetto di furto, infatti, alcuni dei preziosi possono provenire anche da sequestri, magari di quelli effettuati alle dogane, con i proprietari – come è già successo in qualche occasione per orologi blasonati – costretti a riacquistare i propri beni (che in questi casi non possono essere rivendicati), sperando ovviamente di avere la meglio nella gara delle offerte. Come potrebbe accadere anche a chi solo adesso riconoscesse i propri gioielli scomparsi: una volta disposta la vendita all'asta, chi rivuole indietro la collana di famiglia deve pagare.
E cosa succede alla fine agli invenduti? Tranne i pezzi d'oro o d'argento, che magari possono essere fusi, il giudice potrà disporre la rottamazione dei preziosi che non hanno acceso la curiosità o le tasche di nessuno.

E il piccolo tesoro finisce nella spazzatura.

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