Sia tra i vincitori che tra gli sconfitti la voce è abbastanza univoca: «Quelle lucane non sono elezioni che hanno riflessi politici nazionali». Eppure nella riconferma di Vito Bardi alla guida della Basilicata è facile scorgere alcuni segnali indicativi in vista delle elezioni europee di giugno, tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra. In primis la buona salute di Fratelli d'Italia (che se alle politiche del 2022 qui raccolse 44.396, ieri è riuscita a fare lievemente meglio con 45.458 voti) e, in secondo luogo, l'ottima di cui invece sembra godere la Forza Italia targata Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri non è solo riuscito a riconfermare un governatore azzurro attraversando indenne lo tsunami causato dal terremoto Sardegna, ma è anche riuscito a crescere del 4% rispetto al 2022 e rispetto al voto regionale del 2019. Per di più ribadendo un sorpasso sull'alleato leghista che almeno al Sud sembra ormai cosa fatta.
Basilicata, Vito Bardi: «Lo dedico a mia moglie. Il mio amico Berlusconi? Oggi sarebbe contento»
I numeri
Tra gli alleati di governo un po' di instabilità è data proprio dal Carroccio.
Le preferenze
Non che le cose vadano meglio sul fronte del centrosinistra. Inutile rivangare le modalità con cui si è arrivati alla candidatura di Piero Marrese, né le continue incomprensioni tra Pd e M5S. L'evidenza è che questo tipo di lotta ingaggiata contro il centrodestra di governo non funziona. Specie perché, a onor del vero, l'impressione è che gli equilibri si siano spostati veramente poco rispetto ad un anno e mezzo fa. Le 113.895 preferenze raccolte da grillini e dem nel 2022 (alle Politiche corsero separati) sono sovrapponibili alle 113.979 raccolte a questa tornata. Un segnale che il flop temuto non sia così scontato? Forse. O forse un indizio utile a comprendere che qualcosa non sta funzionando.