Uccise il compagno della ex, il pm: ci fu premeditazione. Di Girolamo deve rispondere di omicidio aggravato

Omicidio di Marco Gianni, respinta la richiesta di abbreviato per Riccardo Di Girolamo

Riccardo Di Girolamo
di Elena Ganelli
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Sabato 18 Maggio 2024, 06:10

Sarà giudicato dalla Corte di assise di Latina Riccardo Di Girolamo, l’uomo che il 13 aprile 2023 uccise Marco Gianni, il compagno della sua ex, sparandogli alcuni colpi di fucile. Nessun processo con rito abbreviato per l’uomo di 33 anni, come aveva invece richiesto la difesa. Nell’udienza preliminare di ieri mattina il gup del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese ha infatti rigettato la richiesta presentata dall’avvocato Fabrizio Cassoni e disposto il rinvio a giudizio per il 4 giugno prossimo davanti alla Corte di assise.

Determinante nella decisione adottata, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Daria Monsurrò, titolare dell’indagine, l’attribuzione delle aggravanti: pur avendo il Tribunale del Riesame escluso tale ipotesi il giudice ha invece ritenuto di contestare a Di Girolamo l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, oltre al reato di alterazione di arma comune da sparo. Questa imputazione non consente più di accedere a riti alternativi come quello abbreviato appunto, che prevedono “premialità” come lo sconto di un terzo della pena.

LA RICOSTRUZIONE
Marco Gianni aveva 31 anni, è stato ucciso all’interno del vivaio a borgo San Donato, nell’azienda che gestiva con la famiglia: raggiunto dai colpi di fucile sparati alle spalle, uno dei quali lo aveva raggiunto alla testa provocandone la morte. Secondo la ricostruzione degli investigatori i primi colpi erano stati esplosi da Di Girolamo probabilmente dall'interno dell'auto con un fucile a canne mozze e avevano colpito la vittima al gluteo, gli altri, mortali, erano stati sparati invece da un fucile semiautomatico calibro 22 quando l’omicida era già sceso dalla vettura: questi ultimi erano stati fatali avendo raggiunto la vittima al torace e alla nuca.

A Di Girolamo i carabinieri erano arrivati nel giro di poche ore e lo avevano arrestato nella sua casa con i fucili ancora nella macchina.

LE PARTI CIVILI
All’origine del suo gesto la gelosia nei confronti del compagno della sua ex donna con la quale peraltro c’erano frizioni e dissapori anche rispetto alla gestione dei due figli della coppia. L’uomo del resto aveva confessato nel corso dell'interrogatorio di convalida e si era anche detto pentito. Marco Gianni, la vittima, era molto conosciuto soprattutto a Pontinia dove allenava la locale squadra di pallamano, e dove il 13 aprile scorso, per ricordarlo ad un anno dalla morte, gli è stata dedicata un’opera di street art in via della Libertà.

Nell’aula dell’udienza preliminare ieri mattina erano presenti anche i familiari del 31enne: i genitori e il fratello, assistiti dall’avvocato Giamila Dezio, e la compagna assistita dall'avvocato Stefano Ciapanna. Tutti si sono costituiti parte civile nel procedimento.

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