ROMA Il risveglio è di quelli da ricordare. Perché tra un’occhiata ai social sull’ipad e un orecchio alla radio, sorseggiando il caffè, c’è anche spazio finalmente per godersi quanto fatto. Non sono trascorsi ancora 100 giorni da quando il 16 gennaio De Rossi accettò di prendere la Roma in corsa. Sembrava, quella dei Friedkin, la classica mossa della disperazione, il feticcio da regalare alla plebe inferocita per l’addio dell’amatissimo sciamano caduto in disgrazia.
Le mosse di De Rossi
E invece, da quel giorno, Daniele ha ottenuto: 1) Tre passaggi del turno in Europa League, passando dai playoff alle semifinali, superando uno dopo l’altro Feyenoord, Brighton e Milan 2) Otto vittorie, due pareggi e un solo ko in campionato, districandosi dal 9° al 5° posto con finestra, vincendo lunedì contro il Bologna, sul 4° 3) Rivalutato e rivitalizzato l’intera rosa, lanciato un portiere, recuperato un capitano e fatto esplodere una Joya che con lui ha segnato 9 gol in 14 gare 4) Ottenuto il rinnovo di contratto per almeno due stagioni.
La forza delle idee
Più facile sicuramente quando i risultati arrivano ma l’impressione è che la Roma realmente si sia ritrovata. De Rossi, con la sua spontaneità e schiettezza, somiglia molto al professore Keating de L'Attimo Fuggente. Arrivato in uno spogliatoio cupo, diviso, in difficoltà, è riuscito a regalare, oltre a nuove idee, quel senso di leggerezza che permette di affrontare meglio le avversità. La fortuna vuole che a differenza del film, dove queste idee entrano in collisione con le rigide regole del collegio, a Trigoria siano piaciute anche ai vertici. Da qui, la decisione di rinnovare. E il fatto di averlo voluto comunicare prima della partita con il Milan, ha avuto un risvolto simbolico. Della serie: per noi, al di là di come andrà, è De Rossi l’allenatore con il quale vogliamo costruire un nuovo progetto. Decisione che se ha fatto preoccupare qualche over 50 - cresciuto col motto “Mai ‘na gioia”, figurarsi se ce ne potevano essere due nella stessa giornata - s’è rivelata ancora una volta vincente.