Cantiere navale in fiamme, verifiche sugli impianti

L’incendio ha colpito uno scafo in costruzione all’interno del capannone di una ditta

L'incendio in un capannone nella zona industriale di borgo San Donato, dove è andato a fuoco lo scafo in vetroresina di una barca in costruzione nel cantiere navale
di Fabrizio Scarfò
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Domenica 19 Maggio 2024, 07:05

Proseguono le indagini dei carabinieri per risalire alle cause dell’incendio scoppiato 48 ore fa in un capannone nella zona industriale di borgo San Donato, alle porte di Sabaudia, dove lo scafo in vetroresina di un’imbarcazione in costruzione di circa 20 metri è stato improvvisamente avvolto dalle fiamme che hanno lambito anche parte del soffitto del cantiere navale.

Solo l’immediato intervento dei vigili del fuoco ha evitato che venisse coinvolta la restante parte del tetto e le altre barche, tutte di proprietà di diverse società che si avvalgono dello stesso cantiere navale. Un rogo, quello che ha colpito intorno all’ora di pranzo di venerdì la struttura di costruzione e rimessaggio imbarcazioni di via Ischia, una traversa di via Maremmana, avvenuto appena sei giorni dopo quello dello scorso sabato notte all’interno di un’azienda di via Stromboli, sempre nella zona industriale di borgo San Donato, a neanche un chilometro di distanza da lì.

Ad essere interessate dall’incendio, quella volta, erano state le scaffalature collocate all’interno del laboratorio. Su entrambi gli episodi stanno indagando adesso i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Latina, coordinandosi con i militari della stazione di Sabaudia per accertare se si tratti di due episodi isolati e completamente accidentali, andati in scena solamente per pura casualità nella stessa zona e a così pochi giorni di distanza l'uno dall'altro, oppure se dietro uno - o addirittura entrambi - si nasconda la matrice dolosa.

Tuttavia, almeno per quanto riguarda il secondo rogo, gli uomini del capitano Paolo Perrone sembrano ormai escludere quest'ultima ipotesi, visto anche che si trattava di un'imbarcazione ancora in costruzione su cui stavano montando gli impianti, e dove potrebbe essere avvenuto un cortocircuito improvviso.

Tant'è che già poco dopo l’incendio il sindaco di Sabaudia Alberto Mosca si era sbilanciato, dopo essersi confrontato con gli uomini del comandante Luigi Capobianco e con quelli del colonnello Christian Angelillo, assicurando che «probabilmente si è trattato di un evento di natura accidentale», cercando di fugare ogni dubbio visti i numerosi precedenti simili che in passato avevano tolto il sonno alla città delle dune, in particolar modo nel periodo a cavallo tra il 2007 e il 2013.

Vale a dire quando Sabaudia fu colpita da una lunghissima scia di fuoco, quasi sempre doloso: dal parcheggio della Napoli Trans Srl sulla Pontina – 4 semirimorchi di grandi dimensioni distrutti – alla cooperativa Ortoverde – due mezzi in fiamme –, ma anche diverse aziende agricole, un negozio di ortofrutta, alcuni ristoranti, uno stabilimento balneare, un maneggio, un distributore di benzina, un'autorimessa e, infine, un negozio di moto, oltre ad innumerevoli auto.

Gli incendi, nell’area di Sabaudia in particolare, sono un incubo e ovviamente ogni episodio crea clamore e porta a ipotizzare scenari inquietanti. Per questo le verifiche sono estremamente approfondite e, anche in questo caso, bisognerà attendere la relazione tecnica dei vigili del fuoco per escludere completamente l’ipotesi di un incendio doloso, ipotesi che al momento resta comunque la più plausibile.

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