Stephen King, ecco "Salto nel buio": il re del terrore è tornato

Tra i dodici racconti inediti anche il sequel di "Cujo"

Foto di Shane Leonard
di Riccardo De Palo
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Domenica 19 Maggio 2024, 07:00

«Vi piace il buio? Bene. Anche a me, e questo fa di me la vostra anima gemella», scrive Stephen King ammiccando ai lettori nella postfazione di You Like it Darker - Salto nel buio, la sua nuova raccolta di racconti, in uscita il prossimo 21 maggio. Un omaggio alla grande arte della novella americana, con riferimenti spesso dichiarati, da Shirley Jackson e Flannery O'Connor, da Edgar Allan Poe a Cormac McCarthy. «Ancora non capisco - scrive King - perché le persone abbiano bisogno di storie o perché io, come molti altri, senta il bisogno di scriverle». Fatto sta, conclude, che «l'immaginazione ha fame e ha bisogno di essere nutrita». Almeno un paio dei dodici racconti sono capolavori assoluti, come L'incubo di Danny Coughlin e anche Serpenti a sonagli, il seguito di Cujo con lo stesso protagonista, Vic Trenton, ormai anziano pubblicitario in pensione, perseguitato dai fantasmi del passato.


Il titolo è la parafrasi di una canzone di Leonard Cohen, You Want it Darker («mi scuso per avere cambiato il verbo», scrive King) e contiene alcuni racconti già noti ai lettori italiani, Willy lo strambo, L'esperto di turbolenze, Laurie, ma otto sono inediti. In un caso, L'uomo delle risposte, è un'antica idea tornata alla luce grazie a suo nipote Jon Leonard, che aveva trovato un racconto di sei pagine frugando in casa: «Avevo scritto quelle prime pagine quando avevo trent'anni. L'ho finito a settantacinque».
A volte, spiega l'autore, «una storia arriva completamente formata, in attesa del giusto innesco per dichiararsi». L'idea di Serpenti a sonagli si è manifestata nella sua mente mentre faceva la passeggiata mattutina, ascoltando la Jeff Healey Band suonare Highway 49. Improvvisamente, King vede due pupazzi verdi di plastica, con la scritta: "Rallentare! Bambini che giocano". Il risultato è un racconto ambientato in Florida, nelle Keys, dove il protagonista di un romanzo scritto nel 1981, Cujo, torna alla ribalta. Affronterà un passeggino cigolante e due fratellini che ricordano le gemelle inquietanti di Shining. Come nei racconti di Poe, solo il protagonista sente quei cigolii. Ma l'elemento soprannaturale è la naturale conseguenza del suo passato. Vic Trenton ha perso la moglie per il cancro, e ancora non si rassegna alla morte del figlio Tad, assediato da una bestia rabbiosa. Che fare? «È meglio accettarla, la morte, tenersi la cicatrice e andare avanti», dice il custode di un ponte girevole, che racconta l'epoca della grande caccia ai serpenti.

Anche L'incubo di Danny Coughlin, racconta l'autore, è nato grazie a un'illuminazione improvvisa. «Ho pensato: che cosa succederebbe se un uomo avesse un unico flash psichico? Un sogno che gli mostrasse dov'è sepolto un corpo? Gli crederebbero o penserebbero che sia lui l'assassino?». Il protagonista, custode di una scuola in Kansas, vede in sogno un distributore di benzina diroccato, in mezzo alla campagna, con un cane intento a divorare i resti di una donna semisepolta. Fa delle indagini, e trova effettivamente il luogo che ha sognato, con una mano femminile che spunta dalla terra. Denuncia ciò che ha visto in forma anonima, ma per lui inizia un altro vero incubo, nella sua realtà quotidiana. «I sogni sono come lo zucchero filato: si squagliano», pensa il protagonista, ma le immagini oniriche continuano a tormentarlo. Perché nelle opere di King, a differenza dei film Disney, i sogni non sono certo desideri. Semmai, lo ricorda lui stesso, è il sonno della ragione a generare mostri, come nella celebre incisione di Goya. E cita l'incipit di un altro capolavoro, L'incubo di Hill House di Shirley Jackson: «Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà».
Il primo racconto della raccolta, Due bastardi di talento, è la storia di due amici originari della stessa località di provincia, che diventano improvvisamente (e misteriosamente) delle celebrità, uno per i suoi romanzi e l'altro per le sue opere pittoriche.

Una metafora sul talento e sul successo, sui doni che abbiamo e che non sappiamo sfruttare.


Molti racconti sono ambientati al tempo della pandemia, con la minaccia del Covid sullo sfondo: questo non fa che aumentare l'effetto drammatico e di inquietudine. Willy lo strambo sembra puro Tim Burton, con questo ragazzino pazzoide che ama guardare le lucciole spegnersi quando muoiono; e naturalmente tiene il conto dei morti per il virus sul telefonino.


Ma perché siamo attirati dal nostro lato oscuro? «Cerco di dire la verità sull'America che conosco e che amo», scrive King. Ma, «come dice la poesia: le cicatrici diventano nei affascinanti quando c'è amore».

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