Nutraceutica, ovvero la natura in pillole: le più vendute sono bruciagrassi e drenanti

Semi di melagrana contro l’ipertensione e alghe contro la sindrome metabolica: nuove ricerche di Cnr e Università di Pisa promuovono la nutraceutica. Tanto che si studiano le opportunità anche per la fibromialgia. Arrigo Cicero, presidente Sinut: «Il supplemento di vitamina D può aiutare, curcuma e boswellia antinfiammatori»

Nutraceutica, ovvero la natura in pillole: le più vendute sono bruciagrassi e drenanti
di Carla Massi
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Giovedì 16 Maggio 2024, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 07:36

Un estratto di bucce e semi di melagrana solubile in acqua si rivela efficace nel trattamento dell’ipertensione, sia acuta che cronica.

Una ricerca condotta dall’Istituto per la Bioeconomia del Cnr e dall’Università di Pisa ha rivelato che i residui della trasformazione di questo frutto offrono una protezione cardiovascolare dall’ipertensione. Lo studio, pubblicato su Nutrients, apre a potenziali applicazioni mediche favorendo anche un minor impatto degli scarti di melagrana sull’ambiente.


GLI “INGREDIENTI”


«La somministrazione dell’estratto di melagrana ha dimostrato importanti effetti a livello cardiaco, perché ha consentito di abbassare i livelli di citochine, le molecole responsabili dei processi infiammatori e fibrotici a livello cellulare. Questi riscontri suggeriscono la possibilità di sviluppare meccanismi diversi e a più ampio spettro, rispetto alla protezione cardiovascolare», fa sapere Lara Testai del Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Pisa.
Due alghe marine Ascophyllum Nodosum e Fucus Vesiculosus, si sono dimostrate essere un’utile arma contro la sindrome metabolica. La presenza contemporanea, cioè, di più condizioni: ipertensione, glicemia alta a digiuno, dislipidemia (cioè livelli anomali dei lipidi nel sangue), obesità addominale. Un pericoloso mix che predispone a un elevato rischio cardiovascolare e di diabete di tipo 2. Arrigo Cicero, ricercatore al Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università di Bologna e presidente della Società Italiana di Nutraceutica lavora sulle opportunità naturali per i due milioni di pazienti che in Italia soffrono di fibromialgia. Quella malattia, non rilevabile con esami del sangue o immagini, che si manifesta con dolori diffusi e intensi a muscoli, tendini e legamenti, rigidità in numerose sedi dell'apparato locomotore, affaticamento. «Alcune integrazioni agiscono sia sul tono dell’umore sia sullo stato di contrazione e dolore come i sali di magnesio – sottolinea Cicero – Il supplemento di vitamina D, nelle persone che ne sono carenti, può dare un aiuto e ci sono sostanze che possono avere un’azione di modulazione dei disturbi del sonno, gestibili con la melatonina, e sostanze naturali ad azione ansiolitica come gli estratti di valeriana, passiflora, luppolo. Gli estratti di curcuma e di boswellia svolgono un’azione più simile a quella dei farmaci antinfiammatori e antidolorifici».
Pochi esempi per raccontare la nutraceutica che studia gli estratti di piante, animali, minerali e microrganismi che hanno una funzione benefica sulla salute dell’uomo. In particolare nutraceutica nasce dalla fusione dei termini nutrizione e farmaceutica citata per la prima volta nel 1989 dal Stephen De Felice fondatore della “Foundation for Innovation in Medicine” in Usa. Una branca della farmacologia che indaga sui componenti o i principi attivi degli alimenti che hanno effetti positivi per la salute, la prevenzione e il trattamento delle malattie.

Un prodotto, dunque, isolato dall’alimento da cui viene estratto. La gamma di possibilità offerta dal consumo di nutraceutici è ampia: si va dal mantenimento del benessere alla prevenzione delle patologie cardiovascolari e degenerative, possono rafforzare il sistema immunitario e regolare le funzioni intestinali, o essere d’aiuto a fini sportivi e cosmetici. Oggi è una realtà capillare, presente nelle Università tra corsi e master, nelle prescrizioni che abbinano farmaci a prodotti nutraceutici, nelle industrie, nelle case. Uno studio su Current research in nutrition and food science ha analizzato l'evoluzione e lo stato attuale della ricerca internazionale sui nutraceutici. Sono state analizzate 16.030 pubblicazioni scientifiche. I risultati hanno evidenziato un tasso di crescita esponenziale del 27,27% nella ricerca nutraceutica dal 1993 al 2023, con l'Italia e gli Stati Uniti in prima linea per numero di pubblicazioni e citazioni. 


LE PROSPETTIVE


Un mercato in grande espansione che sta entrando nel quotidiano tra ricerche scientifiche, raccomandazioni a evitare il “fai da te”, mode (da non seguire) di scambiare la nutraceutica per alimenti veri e la consapevolezza che questa via potrebbe dare una mano anche all’ambiente. Secondo un’analisi di “Integratori&Salute”, l'associazione che rappresentata il comparto degli integratori alimentari in Italia, gli acquisti di supplementi mirati a rafforzare le difese immunitarie, nell'ultimo decennio, sono aumentati del 144%.
Nella top ten delle vendite troviamo i “bruciagrassi” come quelli a base di estratti vegetali, Sinetrol®Xpur C, utile per il controllo del peso corporeo, gymnema, che favorisce il controllo del senso di fame, bitter melon e cromo, i drenanti con pilosella, orthosiphon, verga d’oro, centella, rusco, betulla e carciofo, i protettori del sistema cardiovascolare con monacoline da riso rosso, coenzima Q10, acido folico ed estratti vegetali. La pandemia ha sicuramente fatto alzare il livello di conoscenza del ruolo del sistema immunitario nel nostro organismo. Scatenando, ovviamente, la ricerca di prodotti naturali in grado di proteggerlo e stimolarlo. «Non c'è nessun modo per rafforzare il nostro sistema immunitario. L'unica cosa che serve sono i buoni stili di vita. Gli integratori alimentari che vengono proposti servono solo a chi li vende e non a chi li usa. Meglio non fumare e non eccedere con l'alcol, mantenere un'alimentazione regolare, non aumentare di peso e fare sport» stigmatizza Silvio Garattini, presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano.
Un coro di no arriva dai nutrizionisti e farmacologici che stanno lavorando nei laboratori e dai medici prescrittori. Fabio Firenzuoli, direttore del Centro di riferimento per la Fitoterapia della Regione Toscana e Docente di Fitoterapia e Fitovigilanza all’Università di Firenze: «Non solo la tradizione e l’esperienza clinica, ma anche la scienza confermano che numerose sono le piante che ci aiutano a mantenere la buona efficienza del nostro sistema immunitario. Esistono dati sull’efficacia di piante reperibili anche in integratori, così come in alcuni medicinali, lo dicono la letteratura e le autorità sanitarie europee che autorizzano l’uso di alcuni botanicals anche all’interno di integratori. Certamente ci sono integratori che non servono a nulla, come ci sono farmaci che non servono a nulla, ma sulla efficacia di estratti di Echinacea, Cistus, Sambucus, Andrographis e altre ancora ormai ci sono dati che confermano il loro ruolo nella prevenzione e cura. Occorre però chiarire il ruolo dell'assunzione di questi nutraceutici per capire se possono essere davvero utili per le difese immunitarie».

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