Addio al grande Corman, il re ribelle di Hollywood

È scomparso a 98 anni il regista Usa, guru dei B-movie e mito per generazioni di cineasti di tutto il mondo. Come produttore lanciò Nicholson e Coppola. Fra i suoi tanti film, “La piccola bottega degli orrori” e “Il massacro del giorno di San Valentino”

Quentin Tarantino, Jonathan Glazer e Roger Corman a Cannes nel 2023
di Gloria Satta
3 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Maggio 2024, 07:10
Regista, produttore, attore, scopritore di talenti, uomo d’affari con una laurea in ingegneria nel cassetto, innovatore, un Oscar onorario ricevuto nel 2009: Roger Corman è morto a 98 anni nella sua casa di Santa Monica, in California, chiudendo un’epoca di Hollywood. Nella sua lunga carriera, snodata lungo 500 film, ha sfidato «il potere delle major» diventando il paladino del cinema indipendente e imponendo sul mercato le sue produzioni a basso budget destinate a diventare dei cult horror, western, azione, thriller, avventura. 
I TITOLI
Cinque colpi di pistola, La piccola bottega degli orrori, I vivi e i morti, Rock All Night, Il pozzo e il pendolo, I racconti del terrore, I selvaggi, La maschera della morte rossa, Il massacro del giorno di San Valentino presentato nel 1966 alla Mostra di Venezia tra le polemiche, Il serpente di fuoco, Il barone rosso sono alcuni dei film da lui diretti. Definito “il re dei B-movie” e considerato il ribelle di Hollywood, Corman è stato il mito di intere generazioni di cineasti, a cominciare da Quentin Tarantino, e nel ruolo di produttore lanciò Jack Nicholson (La piccola bottega degli orrori), Robert DeNiro e Martin Scorsese (Boxcar Bertha), Francis Ford Coppola (Dementia 13). Nel 2009 firmò per Netflix la webserie Splatter. «I suoi film erano rivoluzionari e iconoclasti e catturavano lo spirito di un’epoca. Quando gli è stato chiesto come gli sarebbe piaciuto essere ricordato, ha risposto: “Ero un regista, solo questo”, ha dichiarato la famiglia (la moglie Julie Halloran, sposata nel 1970, e i 4 figli) annunciando la morte di Corman che era nato a Detroit il 5 aprile 1926 e, prima di approdare a Hollywood alla fine degli anni Quaranta come fattorino della Century Fox, si era laureato in ingegneria a Stanford e durante la Seconda Guerra Mondiale aveva combattuto in Marina. Diventato poi revisore delle sceneggiature, debuttò nella produzione, senza stipendio, nel 1954: il primo film è Fbi Operazione Las Vegas e l’ultimo, realizzato nel 2021, The Jungle Demon. Il cinema? «È una felice combinazione tra arte e industria», affermava Corman che nella sua autobiografia si è vantato di aver lavorato a Hollywood senza perdere «nemmeno un dollaro». La sua leggenda poggia anche sulla straordinaria rapidità che lo distingueva: La piccola bottega degli orrori (1960) venne girato in due giorni su un set destinato alla distruzione. 
IL PREMIO
L’ultima apparizione pubblica di Corman risale all’anno scorso quando il regista, appoggiandosi al bastone ma sempre lucidissimo, ricevette il premio alla carriera al Festival di Cannes tra le ovazioni. A introdurlo c’era proprio da Tarantino che in Pulp Fiction (Palma d’oro 1994) gli aveva reso un esplicito omaggio appendendo una locandina di La ragazza del gruppo, film di Corman del 1957, nel ristorante dove cenano Vincent-John Travolta e Mia-Uma Thurman. «Non ho mai capito la nozione di guilty pleasure (piacere associato al senso di colpa, ndr): esiste solo il piacere e nel cinema questo è incarnato da Corman», disse Quentin presentando il maestro a cui, nel 2009 in occasione dell’Oscar onorario, aveva reso omaggio. Roger è stato instancabile fino all'ultimo: poche settimane fa è stato annunciato che, insieme a Joe Dante e Brad Krevoy, stava collaborando a La piccola nave degli orrori di Halloween, un reboot del proprio cult La piccola bottega degli orrori. 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA