L'attore Massimo Ghini e il regista Angelo Longoni presentano “Noi Giuda” al Teatro Parioli: «Quel traditore alla fine merita il nostro ascolto»

Angelo Longoni, autore e regista di Noi Giuda, monologo costruito su misura per Massimo Ghini: da domani fino al 26 maggio al Teatro Parioli. «Vogliamo dare all’apostolo la possibilità di difendersi davvero»

L'attore Massimo Ghini, 69 anni
di Katia Ippaso
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Martedì 14 Maggio 2024, 06:35

Il suo nome evoca tradimento, passione e morte. Nessuno si identificherebbe volentieri con Giuda, perché nessuno vuole essere associato al male. Ma cosa sappiamo veramente di questa storia fondativa della nostra civiltà? È la domanda che si è fatto Angelo Longoni, autore e regista di Noi Giuda, monologo costruito su misura per Massimo Ghini: da domani fino al 26 maggio al Teatro Parioli. «Fin da ragazzo sono stato affascinato da questa figura evangelica perché c’erano delle cose che non capivo», spiega il drammaturgo milanese, romano d’adozione.

LE SACRE SCRITTURE

«Dopo aver letto approfonditamente le Sacre Scritture, mi sono fatto l’idea che Giuda alla fine dovesse recitare il ruolo dell’antagonista rispetto al protagonista. Non è neanche troppo convincente il fatto che lui, ricco e colto, avesse tradito Gesù per 30 denari, una cifra insignificante per l’epoca. C’è un’altra spiegazione possibile, ed è quella che fornisce lo stesso Giuda nel suo Vangelo, scoperto solo di recente. Qui l’apostolo dice di essere stato scelto da Cristo per facilitargli il sacrificio del corpo che rivestiva la sua anima». Ma quale è il punto di vista scelto per raccontare questa storia? E cosa si nasconde dietro quel “Noi” che precede il nome di Giuda? «Ho immaginato che Giuda si risvegliasse nel corpo di un attore di cui non conosce neanche il nome e che attraverso di lui si mettesse a perorare la sua causa, che a un certo punto diventa la nostra causa», continua lo scrittore e regista, 67 anni. «Appena ho letto il copione, l’ho trovato subito interessante perché unisce l’approfondimento con un tono leggero, divertente» interviene Massimo Ghini, che a 69 anni interpreta il primo monologo della sua carriera. «A differenza di molti miei colleghi, non mi ero finora mai azzardato a stare da solo in palcoscenico.

In questo caso, a convincermi è stata la situazione teatrale, oltre che la storia in sé». Attraverso la voce dell’attore romano, Giuda si difende dal giudizio feroce a cui la Storia l’ha consegnato.

IL SIMBOLO

«Contesta il fatto di essere diventato un simbolo privo di vita, di verità umana. Tutto quello che dice è tra l’altro supportato dalle parole di Papa Benedetto XVI, che è stato il primo a parlare di Giuda come figura evangelica». Massimo Ghini posseduto da Giuda Iscariota sa essere ironico, mai malvagio. «In fondo, dovremmo provare simpatia per questo personaggio, che è stato disprezzato per il suo presunto tradimento e per essersi poi tolto la vita. Giuda è morto insieme a Gesù, amandolo» riprende Longoni, che ha posto l’attore al centro di una scena scarna, mentre sul fondo scorrono, proiettate su un grande schermo, immagini che rimandano alla storia di Cristo e ai conflitti bellici di varie epoche. «Certi odi nascono duemila anni fa» conclude Ghini. «In tutto questo tempo, l’uomo non ha trovato un modo per riconoscere all’altro, diverso per razza e religione, uguali diritti. Sconfortante». 

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