Il cardiologo Garozzo tradito dal cuore: «Ho un problema, lascio la scherma»

Niente olimpiadi di Parigi dopo l'oro a Rio e l'argento a Tokyo

Il cardiologo Garozzo tradito dal cuore: «Ho un problema, lascio la scherma»
di Sergio Arcobelli
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Mercoledì 1 Maggio 2024, 06:35

Sembra uno scherzo del destino: tradito dal cuore, lui che ne studia l’andamento. Daniele Garozzo, campione olimpico di Rio 2016 e argento a Tokyo 2020 nel fioretto, scende dalla pedana per un problema cardiaco (per fortuna non preoccupante) ed è costretto a lasciare la scherma a pochi mesi dai Giochi di Parigi. «È una decisione scaturita da circostanze al di là del mio controllo, il mio cuore si è “infortunato” - racconta Daniele -, ma che accetto con serenità. Ho realizzato i miei sogni sportivi, ho viaggiato in tutto il mondo con amici straordinari e ho trovato la mia migliore amica e compagna di vita sulle pedane di scherma», l’iridata Alice Volpi. L’ultimo azzurro oro olimpico del suo sport, che tra una stoccata e l’altra ha trovato la forza di laurearsi in medicina, con tesi in chirurgia vascolare (110 e lode), già da tempo aveva pianificato il futuro prendendo la stessa strada di papà Salvo, angiologo: «Ho un obiettivo chiaro: studiare e divulgare le condizioni cardiologiche, spesso misconosciute, che possono affliggere la popolazione sportiva». Anche nel momento più triste dell’addio, Dani ha lanciato un altro messaggio positivo sull’importanza della prevenzione. Difficile trovare nello sport un atleta modello come il fiorettista, definito dal presidente della federscherma Paolo Azzi «un’icona e un vanto del nostro sport, un fuoriclasse in pedana e fuori».

Cadenza siciliana e radici ad Acireale, provincia di Catania, ha cominciato a tirare in garage con il maestro Domenico Patti davanti a un manichino - ribattezzato Billy - sognando un giorno di vincere l’Olimpiade. Cresciuto sulla scia del fratello spadista Enrico, argento olimpico con la squadra azzurra a Rio dove i Garozzo evidentemente respirano aria di casa, si è rivelato nel 2008 con il titolo mondiale under 17.

Poi, a 18 anni il suo sogno lo ha portato a lasciare Acireale per approdare a Frascati, allenato da Fabio Galli. «È stato un viaggio fatto di sacrifici, impegno e passione. Ricordo come fosse ieri quando ho iniziato a praticare questo sport meraviglioso. Chi mi conosce sa quanto amo la scherma. L’ho amata con instancabile dedizione e con tutto il mio cuore, e l’ho impegnato tanto; ma tutto ciò mi ha portato ai risultati che avevo sognato».

VENTI ALLORI

Una disciplina che infatti lo ha visto salire sul podio di tutti i grandi appuntamenti internazionali: tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei ha collezionato venti medaglie. Come molti campioni che hanno vinto tutto, a lui è mancato solo l’oro iridato individuale. «Non la vedo come una mancanza, non sono uno che pensa ai record…», ha spiegato Daniele, che purtroppo non è l’unico campione costretto ad abbandonare la carriera in maniera definitiva per “problemi di cuore”. Ad esempio, a Domenico Fioravanti, primo nuotatore italiano a vincere una medaglia d'oro alle Olimpiadi, durante la preparazione dei Giochi di Atene 2004 fu diagnosticata una ipertrofia cardiaca e, per questo, dovette ritirarsi. «Ti ritrovi dall'oggi al domani impossibilitato a fare quello che ami fare, nel mio caso ho superato quel momento con la forza interiore e la voglia di andare oltre», è la testimonianza di Fiore. Garozzo che ha ricevuto la vicinanza di Arianna Errigo, anche lei di stanza a Frascati, prossima portabandiera ai Giochi di Parigi: «Sono amica di Daniele, è sempre stato non solo un grande atleta, come i risultati hanno dimostrato, ma una persona speciale per tutti noi».

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