Spalletti al convegno Sport Human Factor: fattore umano e prestazione sportivo, il ct annuncia il forfait di Zaniolo

Le parole del ct della nazionale

Luciano Spalletti
di Giuseppe Mustica
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Mercoledì 15 Maggio 2024, 18:58

L’impatto che l’ambiente professionale e umano genera su un atleta di alto livello. Questo è stato il tema del convengo “Sport Human Factor” - L’incidenza del “fattore umano” sulla prestazione sportiva dell’atleta e sulla performance del club, che si è svolto nel pomeriggio a Roma. Al Convegno, aperto dal saluto del Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Vittorio di Trapani, e moderato dal Direttore Generale AIC Gianni Grazioli, hanno preso parte il Presidente FIGC Gabriele Gravina, il Presidente AIC Umberto Calcagno, il Consigliere federale AIAC Mario Beretta, Andrea Sartori, fondatore e ad di Football Benchmark, Pierre Lanfranchi, direttore Centro Ricerche SAFF – Emeritus professor DeMontfort University Leicester) e il ct della nazionale Luciano Spalletti.

GLI INTERVENTI

Proprio del commissario tecnico azzurro, che è sembrato assai caro al tema, l'intevento più importante. Spalletti ovviamente ha parlato della sua esperienza e di come gestisce i calciatori: «Dal mio punto di vista è fondamentale avere un buon rapporto con gli atleti. Averlo è fondamentale sulla gestione di tantissime cose. Per fare questo ho bisogno che tutti si sappiamo motivare. Abbiamo bisogno degli atleti per vincere. La scritta sulle casacche del Napolo l'anno scorso, quel sarà con te, era un tentativo di iniziare a contagiare tutti». Poi sugli infortuni:«Non si vanno a vedere quando succede: quando una squadra non fa risultati ci si infortuna molto di più. Poi in una stagione sono tanti i fattori. E con i giocatori devi gestirli non tutti allo stesso modo. C'è chi ha un problema a casa, c'è chi ha un tipo di alimentazione, la religione, le mogli che sono fondamentali. Anche il fatto di tornare da una trasferta la notte o il giorno dopo si deve dedicere insieme». Spalletti, a margine, ha anche detto che Zaniolo è quasi impossobile possa andare all'Europeo

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«Rimettere il calciatore al centro - ha detto il Presidente AIC Umberto Calcagno - è finalmente un concetto condiviso: aver sottoscritto un documento con la FIFPro e Leghe europee sui calendari, ed averlo inviato alla FIFA, vuol dire che stiamo facendo un importante salto di qualità.

Oggi non ci può essere contrapposizione tra aspetto economico e salute dei calciatori: non è più una questione sindacale, ma preservare la salute fisica e mentale della parte apicale del nostro mondo vuol dire preservare anche gli aspetti economici».

Si gioca troppo, questo è il grido d'allarme che è venuto fuori. Cosa risaputa: ma l'anno prossimo, con Mondiale per Club e Coppa d'Africa che potrebbe anche essere giocata ad agosto, uno come Hakimi potrebbe anche giocare 90 partite in una stagione. Il massimo, quello normale, è di 55. Un impatto forte sulla salute dei giocatori ma anche sullo spettacolo. Perché se ne vuole di più e per farlo si mettono più partite. Ma la domanda è: la strada è quella corretta? 

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