L'Aquila, Fulvio Declerch ucciso per una bevuta negata: condannato all'ergastolo Alessandro Chiarelli

La vittima fu accoltellata per ben 17 volte: gli inquirenti trovarono a terra i lobi delle orecchie

Bicchierata con delitto: confermato l’ergastolo ad Alessandro Chiarelli
di Marcello Ianni
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Sabato 20 Aprile 2024, 07:16 - Ultimo aggiornamento: 12:41

«La traccia di sangue dell’imputato sul vetro sfondato è la firma dell’omicidio». Così il Pg Alberto Sgambati che dopo circa un’ora di requisitoria ha chiesto, a ottenuto dal collegio della Corte D’Assise d’Appello dell’Aquila (presieduto da Armanda Servino), la condanna all’ergastolo del trentaduenne Alessandro Chiarelli, accusato di aver ucciso il 25 novembre del 2021 a Popoli, con 17 coltellate, Fulvio Declerch, 54 anni. Il collegio di secondo grado ha confermato la prima sentenza, assolvendo l’imputato dall’aggravante della premeditazione e derubricando il reato di distruzione di cadavere in occultamento. Il corpo della vittima fu gettato nel fiume. Si dovrà attendere il mese di luglio per conoscere i motivi, ma di fatto la Corte ha confermato in pieno le restanti tre aggravanti (crudeltà, futili motivi e minorata difesa della parte offesa) evidenziate in primo grado e ribadite ieri dal Pg che ha parlato di un «delitto nel quale è stato usato il cervello, attuato dall’imputato con fredda determinazione», dopo un litigio per una bevuta di vino negata in casa di Declerch all’imputato.

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LA RICOSTRUZIONE

L’assassino, secondo quanto emerso dal processo, dopo essersi arrampicato sul balcone e aver sfondato la finestra dell’appartamento della vittima (procurandosi una ferita alla mano destra) si era accanito su di lui per ben 17 volte con un coltello lungo 34 centimetri: su collo e torace i primi 6 colpi, sul volto gli altri, «quando ormai la vittima era a terra e agonizzate», ha ricordato in aula il Pg. Colpi che avevano portato al taglio di parte di un orecchio ritrovato a terra dagli inquirenti. A indirizzare le investigazioni su Chiarelli, non solo il proprio passato burrascoso, ma anche le testimonianza di altri due amici della vittima che la sera dell’omicidio erano presenti alla sbicchierata e alla tensione tra vittima e imputato. Chiarelli si era presentato già armato di coltello, salvo poi essere ricondotto alla ragione e accompagnato fuori la porta.

Avrebbe poi aspettato che gli altri due amici andassero via per attuare l’omicidio.

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Da alcune immagini un maresciallo dei carabinieri aveva riconosciuto Chiarelli come la persona che con una carriola aveva portato il corpo in un tratto del fiume Pescara, dove il cadavere di Declerch fu trovato da un passante, per poi risalire, senza carriola. Quando gli investigatori sono entrati nell’abitazione dell’imputato, hanno rinvenuto le scarpe e gli abiti lavati in lavatrice (scarpe dello stesso modello delle tracce rinvenute dai carabinieri dei Ris di Roma nell’appartamento della vittima) e il giubbotto (quello indossato dall’imputato nella sera dell’omicidio) gettato nella spazzatura. Sia Pg che avvocati difensori (Gianluigi Tucci e Fabrizio Castellano) hanno annunciato il ricorso per Cassazione.

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