Giorgio Napolitano, stile formale e sobrio: indossava abiti Brioni made in Abruzzo

Si vestiva dell'allora laboratorio romano di piazza Barberini dove ad aspettare il futuro presidente della Repubblica era il capo dei maestri sarti, Francesco Fonticoli

Giorgio Napolitano indossava abiti Brioni made in Abruzzo
di Berardo Lupacchini
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Mercoledì 27 Settembre 2023, 08:11

L’appuntamento era sempre nel primo pomeriggio. Per molti anni ha fatto il suo ingresso nel laboratorio romano del quartier generale di Brioni, all’epoca in piazza Barberini, con le idee chiare. Per l’uomo alto ed elegante che era, il percorso di stile era già tracciato: Giorgio Napolitano, esponente di spicco del Partito Comunista, molti anni prima che diventasse presidente della Repubblica, amava indossare abiti formali rigorosamente in doppio petto, grigio e blu. Lo aspettava Francesco Fonticoli, il capo dei maestri sarti degli anni ‘60 e ‘70, che si muoveva da Penne, i provincia di Pescara,  per incontrare i clienti importanti.

Ricordano “Re Giorgio” come un uomo distinto che puntava a dotarsi di un guardaroba ben assortito, con non molti pezzi. Il futuro capo dello Stato eletto due volte, conobbe lo stile Brioni grazie a Gaetano Savini che con il pennese Nazareno Fonticoli diede vita nel ‘45 al marchio di abbigliamento,  il cui cuore produttivo dal ‘59 era e resta in Abruzzo, a Penne. Durante il sequestro del presidente della Dc, Aldo Moro, nell’aprile 1978, Napolitano volò negli Stati Uniti invitato all’Università di Yale per parlare di economia: una trasferta tutt’altro che ordinaria, visto il contesto internazionale in cui gli americani guardavano con particolare sospetto i comunisti italiani, ma ricordata anche per l’eleganza dell’allora dirigente del partito Giorgio Napolitano, vestito da Brioni. Poi, da presidente della Repubblica ha continuato a indossare quegli abiti e quegli accessori finiti addosso a personaggi come Nelson Mandela, Barack Obama, il principe Andrea d’Inghilterra, il sultano di Malesia e a José Mourinho, ma quando non allenava la Roma.

Tutti attratti dalla qualità che solo l’Italia sa dedicare a un vestito: a Penne infatti ancora oggi lavorano maestri sarti e - appunto - il capo, quello itinerante che va dai clienti allo scopo di confezionare giacche e pantaloni che sono, se non opere d’arte, quantomeno d’ingegno.

Per fare un abito Brioni difatti servono dalle 18 alle 22 ore. Attualmente Angelo Petrucci, dal 1985 in Brioni, è il maestro sarto: una vita trascorsa in giro per il mondo ad incontrare i clienti. Non può parlare più di tanto, ma ricorda soltanto che entrò nella scuola di sartoria dedicata a Fonticoli a 13 anni e mezzo e gli bastarono appena due giorni per innamorarsi del mestiere. Del patrimonio sartoriale vestino, si è accorto anche Brunello Cucinelli che sta aprendo a Penne un suo grande polo produttivo. 

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