Le timbrature dei cartellini fatte o fatte fare da terzi, ha ritenuto ieri il gip Marco Billi, erano non una falsa attestazione, ma una cortesia nei confronti dei colleghi, tanto più che il badge passato nella macchinetta non era stato strisciato per coprire un’assenza dal posto di lavoro, perché, hanno dimostrato gli indagati, loro nonostante l’uscita registrata avevano continuato a essere sul posto di lavoro fuori dall’orario previsto. Resta sospesa, invece, la decisione del gip sulle altre 34 persone (di cui 30 dipendenti comunali e 4 delle cooperative) per le quali la procura ha chiesto l’archiviazione (e che non si sono opposte), mentre degli imputati (quelli per i quali la procura ha chiesto il rinvio a giudizio), due sono stati assolti davanti al gup, uno ha patteggiato la pena e solo 6 alla fine sono finiti a giudizio nell’inchiesta penale.
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