Questa ha trovato che la nuova entità «non sarebbe in grado di escludere fornitori concorrenti di servizi di musica in streaming accedendo a informazioni commercialmente sensibili sui loro consumatori», perché «non aumenterebbe materialmente la capacità di Apple di prendere di mira gli appassionati di musica e nessun comportamento finalizzato a far passare i consumatori al suo servizio avrebbe solo un impatto trascurabile». Inoltre «non riuscirebbe» nemmeno a tagliare fuori concorrenti «restringendo l’accesso all’app Shazam», in quanto questa «ha un’importanza limitata come punto ‘ingresso ai servizi di musica in streaming dei concorrenti di Apple». Infine, l’integrazione dei dati degli utenti di Aplle con quelli di Shazam «non conferirebbe un vantaggio unico sul mercato» alla nuova entità, in quanto «i dati di Shazam non sono unici e i concorrenti di Apple di avrebbero ancora l’opportunità di accedere e usare database simili». Da qui la conclusione dell’Antitrust Ue che la fusione Apple-Shazam «non solleva preoccupazioni di concorrenza». Allo stesso tempo, però, Bruxelles ricorda che il via libera dell’Antitrust «non solleva le società dal rispetto di tutte le rilevanti leggi sulla protezione dei dati» personali.
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