Rinnovabili, sì al decreto taglia-burocrazia. Ora le Regioni dovranno pagare i ritardi

Approvato il provvedimento con i criteri da seguire per la mappa sulle “aree idonee” all’installazione di nuovi impianti

Rinnovabili, sì al decreto taglia-burocrazia Ora le Regioni dovranno pagare i ritardi
di Roberta Amoruso
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Giovedì 13 Luglio 2023, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 12:25
Arrivano obiettivi minimi da raggiungere e compiti precisi sull'installazione di pannelli solari e pale eoliche, puntualmente assegnati a ogni Regione. Saranno poi queste ultime a indicare autonomamente dove farlo. Ma chi non centrerà il target dovrà girare delle «compensazioni economiche» alle Regioni più virtuose. È questo il senso del tanto atteso "Decreto Aree idonee" destinato a tagliare quasi a zero i tempi e la burocrazia necessaria per installare pannelli solari (su edifici o strutture edilizie o con moduli a terra o anche flottanti su invasi e bacini idrici e agro-voltaici) e impianti eolici anche off-shore, per centrare l'obiettivo al 2030, circa 80GW di potenza installata aggiuntiva. Ebbene per la Toscana si tratta di moltiplicare per oltre 16 volte la potenza istallata al 2030 (fino a 4,2 Gigawatt) rispetto a quella del 2023. Per l'Emilia Romagna il moltiplicatore arriva a 12,6 (6,2 Gigawatt), poco più della Calabria che deve centrare 3,1 Gigawatt. Poi ci sono il Veneto e la Lombardia tra le più sollecitate (rispettivamente con 5,7 Gigawatt dai 569, e con 8,7 Gigawatt da raggiungere rispetto ai 772 di partenza), davanti a Piemonte, Sardegna e Basilicata che devono arrivare invece, rispettivamente, a 4,9, 6,2 e 2 Gigawatt (circa otto volte i livelli attuali). Poi c'è la Puglia, che deve superare 7,2 Gigawatt, oltre 10 volte la potenza attuale. Mentre la Sicilia deve raggiungere quasi 10,4 Gigawatt (6,6 volte la potenza di quest'anno), ma se farà tutti i compiti a casa sarà l'area più rinnovabile del Paese, davanti a Lombardia e Puglia. Infine, per il Lazio l'obiettivo è 4,7 Gigawatt (3,5 volte i livelli attuali). Le compensazioni economiche, precisa il Decreto innalza anche le soglie di potenza degli impianti da sottoporre a valutazioni ambientali, «sono finalizzate a realizzare interventi a favore dell'ambiente, del patrimonio culturale e del paesaggio, di valore equivalente al costo di realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili realizzabili nella Regione o Provincia autonoma inadempiente così come individuato dal GSE sulla base dei costi della tecnologia più efficiente».

L'ACCELERAZIONE

Parte da qui la vera svolta che intende imprimere il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin nella corsa a quadruplicare, fino a 14 Gigawatt, la potenza di energia rinnovabili installata ogni anno nel nostro Paese. Il Decreto che passerà ora al tavolo con le Regioni (in conferenza Stato-regioni), rappresenta il primo passo di una sorta di patto che il ministro Pichetto Fratin, intende stringere proprio con gli enti locali per accelerare al massimo l'installazione di nuovi impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabili e renderla quasi automatica, e di fatto obbligata, nella mappa delle aree che saranno le stesse Regioni ad indicare. Non solo. L'obiettivo del Mase è accompagnare questa fase con un nuovo Decreto ad hoc che faccia scattare un sistema di incentivi da offrire alle Regioni, ma anche a Province e Comuni, per spingerli a sbloccare più possibile nuovi impianti, evitando operazioni a macchia di leopardo nel Paese. Più autorizzi, più partecipi alla nuova energia prodotta. Il meccanismo sarà varato a stretto giro dall'"indirizzo" e dai criteri del ministero sulle "aree idonee" che le Regioni dovranno declinare in una mappa.

LE TAPPE

Di un altro «impulso alle autorizzazioni», aveva parlato ieri lo stesso Pichetto annunciando l'imminente arrivo del Decreto nel corso di un Question time alla Camera. «Avverrà dall'adozione delle aree idonee, che garantiscono un iter burocratico più snello e l'innalzamento delle soglie di potenza degli impianti per le valutazioni ambientali», aveva spiegato: «Non solo abbiamo ampliato il novero delle aree idonee ex lege con i recenti provvedimenti normativi, ma abbiamo anche sbloccato il decreto per la determinazione dei criteri con cui le Regioni devono individuare le stesse e che sarà sottoposto alla valutazione della Conferenza Unificata». Questo vuol dire che si semplificherà il processo di valutazione di impatto ambientale, ma anche il procedimento di autorizzazione degli impianti a livello Regionale che insieme, tra procedure e ricorsi, possono arrivare oggi a sfiorare i 7 anni.
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