I limiti
La riduzione degli oneri contributivi a carico delle lavoratrici dipendenti madri si aggiunge a quella per la generalità dei lavoratori dipendenti, che però si ferma ai 35 mila euro lordi di reddito annuale. Per la nuova misura invece non ci sono limiti reddituali, mentre resta escluso il lavoro domestico. Dunque varrà abbattuta l’intera quota a carico della dipendente pari al 9,19 per cento, che sarà compensata dallo Stato e affluirà dunque nella retribuzione dell’interessata; per le lavoratrici a reddito più basso il beneficio relativo sarà minore, in quanto sei o sette punti sono già stati scalati. La decontribuzione spetta per le mamme di tre o più figli fino al diciottesimo anno di età del ragazzo più piccolo, con un tetto massimo di 3 mila euro l’anno: vuol dire che il vantaggio massimo scatta a quota 35 mila euro di reddito annuale e poi rimane costante. Per le madri di due figli il beneficio spetta fino ai sei anni del secondo bambino. Di fatto però la norma si applicherà, almeno per ora, solo dal 2024 al 2026, dunque per un massimo di tre anni. La norma punta dichiaratamente a conciliare la condizione di madre e quella di lavoratrice.