Elena Cattaneo*
Elena Cattaneo*

Formazione e ricerca, le leve per il futuro del nostro Paese

Formazione e ricerca, le leve per il futuro del nostro Paese
di Elena Cattaneo*
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Sabato 20 Giugno 2020, 10:18
«L'ecosistema scientifico di un Paese è l'anticorpo più importante per le nostre società». Impossibile dissentire da questa affermazione pronunciata dal presidente della Fondazione Human Technopole (HT), Marco Simoni, in occasione dell'evento web Open HT che martedì 16 giugno ha ospitato anche il ministro dell'Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi.

Lo stesso ministro, audito in commissione Istruzione al Senato nello stesso giorno, ha ricordato che le leve fondamentali per migliorare l'equità, la competitività e il benessere nel nostro Paese saranno la formazione e la ricerca. E proprio in questa necessaria direzione vanno le iniziative del governo italiano e della Commissione europea per far fronte all'emergenza Covid-19, con investimenti impensabili solo pochi mesi fa.

Il presidente Simoni ha ribadito anche «la missione di hub delle scienze della vita» della Fondazione, per la cui realizzazione Governo e Parlamento avevano posto le basi già prima dell'emergenza da Covid-19. È stata infatti la legge di Bilancio 2020 ad assegnare ad HT una missione di apertura nazionale senza precedenti nel Paese e a definirne le modalità di realizzazione, in modo concreto, normato e misurabile. E lo ha fatto senza sottrarre risorse all'ente milanese, ma garantendo a tutti i ricercatori non-HT un diritto all'accesso a quelle strutture e risorse pubbliche. Con un emendamento alla legge di Bilancio sostenuto da parlamentari di tutte le forze politiche sì è infatti stabilito che la quota maggioritaria dei 140 milioni che lo Stato garantisce ogni anno ad HT senza vincoli temporali dovrà essere utilizzata per costruire, rendere operative e mantenere in HT una serie di piattaforme tecnologiche nazionali da destinare, nei termini stabiliti dalla legge, in quota prevalente all'uso da parte dei ricercatori esterni ad HT.

Una rivoluzione per tutti gli studiosi di ogni centro, università, ospedale, non solo per i big ma anche per i più giovani fino, si spera, ai dottorandi - che stanno costruendo una loro strada, e che fino ad oggi non si sono potuti permettere di pensare in grande per la mancanza di infrastrutture libere cui accedere. La legge, adesso, senza spogliarli della affiliazione dell'Ente di provenienza, garantisce loro di potersi conquistare l'accesso per via competitiva a strumenti e competenze di frontiera, a procedure sperimentali e anche alle risorse necessarie per svolgere una parte del loro progetto dentro le piattaforme nazionali HT, una volta valutatane l'idoneità. Questo renderà la ricerca di tutta la penisola più competitiva su scala europea e mondiale, arricchendo di linfa vitale il sistema nazionale della ricerca pubblica.

Quanto stabilito dalla legge rappresenta anche l'opportunità di contribuire a superare l'evidente ingiustizia che le risorse concesse al tecnopolo di Milano avrebbero in breve determinato tra i ricercatori dentro HT, le cui ricerche sono finanziate con denaro pubblico a prescindere (dal merito, dall'idea, dal valore innovativo), e quelli esterni ad HT, che, per poter sviluppare le proprie ricerche, devono giustamente sottoporle a valutazioni nella competizione per i fondi pubblici (quando disponibili). In particolare, la legge prevede la sottoscrizione di una Convenzione tra la Fondazione e i ministeri fondatori (Ricerca, Salute ed Economia) in cui stabilire i termini per l'individuazione di quali piattaforme tecnologiche costruire e per la valutazione delle richieste di accesso da parte dei ricercatori esterni.

Trattandosi di denaro pubblico e di ricerca nazionale non si tratta di un affare privato ed è importante che ogni ente e ricercatore cominci a immaginare il proprio contributo, perché, - come già sperimentato con successo, ad esempio, per la costruzione del centro di ricerca britannico Crick Institute - la legge prevede la convocazione di consultazioni pubbliche rivolte alle istituzioni (Università, Irccs ed Enti di ricerca), ai singoli ricercatori e agli esperti italiani dei settori di interesse. I risultati di questa consultazione dovranno poi portare alla individuazione della serie di piattaforme tecnologiche da costruire in HT. La conoscenza apre di continuo frontiere nuove; per restare al passo servono idee a confronto, risorse, giovani, tecnologie e programmi aperti a tutti gli studiosi che vogliano competere.

La missione di apertura nazionale che da qualche mese la legge ha assegnato ad HT è il primo passo verso il consolidamento di un ecosistema della ricerca italiana in grado di resistere all'improvvisazione, che nel nostro Paese riesce spesso a fare più danni dell'inazione. Oggi sta a tutti noi permettere anche al nuovo, ambizioso progetto HT di vedere la luce. Partecipare al dibattito pubblico, condividere nuove idee e progetti, descrivere con chiarezza come costruire il futuro della ricerca italiana e quindi di tutto il Paese, a partire dall'ambito delle scienze della vita, è una partita che gli studiosi, forti di un percorso legislativo che li rende finalmente protagonisti, devono giocare sul campo, ogni giorno.

La strada è aperta; le risorse ci sono, garantite e continuative. Se, con la volontà e la partecipazione di tutte le intelligenze disponibili, sapremo efficacemente utilizzare i mesi a venire per definire regole nuove, trasparenti e adeguate, il 2021 ci troverà pronti ai blocchi di partenza. Pronti ad una gara che, finalmente, i tanti giovani brillanti e meritevoli che il nostro sistema d'istruzione continua a formare e le eccellenze diffuse nell'intero Paese, che resistono tra mille difficoltà, potranno disputare su un percorso chiaro, con pari regole e opportunità, nell'interesse comune.

*Docente della Statale di Milano e Senatrice a vita
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