Ruben Razzante
Ruben Razzante

I giovani e la deriva pericolosa del controllo digitale

di Ruben Razzante
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Sabato 2 Dicembre 2023, 00:27

Nella vita di tutti i giorni lo smartphone si è affermato da tempo come un compagno irrinunciabile, in grado di garantire un’immersione digitale costante che, tuttavia, cela rischi significativi per la sicurezza. L’ubiquità della connessione Internet, se da un lato garantisce accesso immediato e ininterrotto al mondo virtuale, dall’altro offre un terreno fertile per insidie nascoste. 


Il lato oscuro di questa dipendenza digitale emerge quando ci si rende conto che dietro le apparenze di interazione e divertimento si celano rischi potenzialmente gravi, dalla perdita di dati sensibili all’esposizione a tentativi di phishing. Negli intricati meandri del mondo digitale, anche le relazioni interpersonali sono profondamente cambiate. 
Si parla di sorveglianza digitale, un fenomeno spesso trascurato, che si insinua nelle relazioni adolescenziali, generando riflessioni sulla privacy e sulla necessità di un maggiore equilibrio nelle relazioni, anche in considerazione dell’enorme quantità di app e servizi di geolocalizzazione. 


Il desiderio costante di essere informati su ogni aspetto della vita dell’altro rischia in alcune circostanze di diventare ossessivo e di ridurre lo spazio per la spontaneità e l’autenticità nei rapporti. Nelle ultime settimane la crescente attenzione dei media verso le minacce insite nella sorveglianza digitale ha spinto l’opinione pubblica a riflettere. Si pongono, infatti, molteplici interrogativi sulla gestione delle relazioni durante l’adolescenza. 
Spesso tali relazioni sfociano in dinamiche di possessività e controllo, comportamenti nocivi che non si limitano solo al mondo tangibile delle relazioni, ma si estendono anche al digitale, manifestandosi attraverso l’uso improprio degli smartphone. 


In alcuni casi, tali relazioni possono stimolare l’insorgere di dinamiche distruttive, che finiscono per compromettere il principio del rispetto dell’individualità dell’altro; e le vicende di cronaca di questi giorni ne sono ampia testimonianza. 


La possessività emerge, in questo caso, come un elemento distorto di tali legami, e crea un senso di dipendenza emotiva che può influire negativamente sulla crescita individuale dei giovani. L’utilizzo dei social network e l’accesso istantaneo ai dettagli della vita dell’altro possono alimentare comportamenti di controllo. 
L’abuso degli strumenti digitali all’interno delle relazioni può anche manifestarsi attraverso la violazione della privacy online. In questa prospettiva non sorprende l’utilizzo da parte dei più giovani di app e funzioni che permettono di geolocalizzare il proprio partner e di monitorare i suoi spostamenti in tempo reale.
Siamo in presenza di una vera e propria restrizione della privacy online sin dall’adolescenza, a causa di un utilizzo morboso delle nuove tecnologie.

Per molti adolescenti accettare di essere monitorati dal proprio partner diventa un modo per manifestare il proprio amore e la propria dedizione. In queste dinamiche perverse e narcotizzanti in forza delle quali il proprio partner ha accesso completo al contenuto del proprio telefono, il controllo reciproco diventa una sorta di moneta di scambio per dimostrare la sincerità delle proprie intenzioni. 


Inquietante è il fatto che numerosi giovani non sono in grado di identificare questi segnali d’allarme, di distinguere tra gelosia e possessività, condivisione e controllo, in un periodo della vita in cui le esperienze vissute contribuiscono a plasmare le future relazioni sentimentali. Spesso anche gli adulti minimizzano tali manifestazioni. 
Eppure autorevoli studi dimostrano che i primi campanelli d’allarme possono essere individuati già durante le scuole medie, tra gli 11 e i 13 anni. Diventa fondamentale riflettere sulle implicazioni di tali pratiche, incentivando discussioni e promuovendo una nuova educazione digitale, che consenta agli adolescenti di comprendere che la presenza di comportamenti subdoli e invasivi può manifestarsi sia nel mondo reale che in quello virtuale. 


La consapevolezza di questi rischi può guidare gli adolescenti a sviluppare relazioni più sane e rispettose, sia offline che online. La promozione di un dialogo aperto sulle dinamiche relazionali, unita a un uso consapevole delle tecnologie, può contribuire a creare spazi sicuri e sani per la crescita emotiva e relazionale durante l’adolescenza. 
In un’era di iperconnessione è fondamentale che i giovani e gli adulti comprendano i rischi associati alla sorveglianza digitale. L’educazione a una navigazione consapevole nello spazio virtuale è essenziale per proteggere la privacy ed instaurare relazioni basate sulla fiducia reciproca, sfidando al contempo le trappole nascoste di un mondo digitale sempre più arpionante.

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