Attentato incendiario all'Area Disco,
si stringe su movente e tempistica

Gli interni dell'Area Disco
di Emiliano Papillo e Pierfederico Pernarella
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Domenica 8 Gennaio 2017, 22:51 - Ultimo aggiornamento: 22:54
Un avvertimento, certo, ma non solo questo. Con tutta probabilità l’intenzione di chi ha appiccato o fatto appiccare l’incendio non era tanto quella di lanciare un messaggio intimidatorio, ma raggiungere un obiettivo più pratico e immediato: impedire al locale di stare aperto per il veglione di Capodanno. A dieci giorni dal rogo che ha danneggiato in maniera grave l’ Area Disco di Ferentino, potrebbe essere questo uno dei punti fermi dell’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile e coordinata dal sostituto procuratore Barbara Trotta. Le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza del locale, in cui si vedono due uomini introdursi nella discoteca, hanno dato soltanto la prova provata che si è trattato di un atto doloso. Per il resto la qualità e il contenuto delle riprese non hanno consentito di isolare altri tasselli investigativi di una qualche importanza. Né un dettaglio fisiognomico degli attentatori, né un segno particolare, né un modello di auto, né un numero di targa. Insomma, niente di niente.
IL MOVENTE
Il questore di Frosinone, Filippo Santarelli, nel corso della conferenza stampa di fine anno, ha detto chiaramente che si tratta di un’indagine complessa in cui, per il momento, si sta cercando di capire quale sia il movente. E in questo senso la circostanza della data in cui è avvenuto l’attentato potrebbe avere un valore investigativo tutt’altro che trascurabile. Potrebbe, se non altro, indicare agli uomini del dirigente della Squadra Mobile, Carlo Bianchi, una pista da seguire piuttosto che un’altra. E torniamo alla tempistica.
LE PISTE ESCLUSE
Il fatto che l’incendio sia stato appiccato due giorni prima del veglione di Capodanno, che tradizionalmente richiamava nell’ Area Disco almeno un migliaio di persone, ha comportato per la proprietà un doppio danno: quello diretto provocato dalle fiamme e l’altro indiretto per il mancato incasso legato a uno degli appuntamenti principali per un locale da ballo. Questo fatto, almeno in linea teorica, potrebbe consentire di escludere alcune delle piste che tradizionalmente vengono seguite quando ci si trova di fronte ad un attentato ai danni di un’attività commerciale: racket e usura. Il ragionamento in fondo è semplice: se vuoi i soldi da un imprenditore, non gli fai saltare una delle serate più redditizie.
LA PISTA COMMERCIALE
Se si procede per esclusione, la domanda che resta sulla scrivania degli investigatori potrebbe essere una soltanto: chi ha avuto interesse ad impedire all’ Area Disco di organizzare la festa di fine anno? Un interrogativo che mette di fronte a due ipotesi. Da un lato quella legata ad eventuali vicende personali, private, che solo incidentalmente potrebbero riguardare l’attività della discoteca; dall’altro invece un’ipotesi, più strettamente legata al locale da ballo, che potrebbe rientrare nella sfera commerciale e in quella della concorrenza.
IL FUTURO DEL LOCALE
E mentre proseguono le indagini, in tanti s’interrogano sul futuro del locale messo ko dopo 22 anni di attività. Il proprietario Sirio Martini non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Chi lo ha incontrato ha visto una persona ancora sotto choc, affranta, indecisa sul da farsi. Lo staff dell’ Area Disco è convinto che prima o poi, dopo aver svolto le lunghe pratiche per l’assicurazione, la discoteca tornerà a far ballare sulla propria pista. Se lo augurano i tanti che hanno frequentato l’ Area Disco, ma anche i ragazzi, circa una ottantina tra interni ed esterni, che lavoravano per il locale.
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