Omicido di Thomas Bricca, Mattia Toson aveva sparato due giorni prima. Il perito carabiniere: «Tiratore abile e rapido»

I video delle esercitazioni al Poligono trovati nello smartphone del giovane di Alatri

Omicido di Thomas Bricca, Mattia Toson aveva sparato due giorni prima. Il carabiniere: «Era un abile tiratore»
di Pierfederico Pernarella
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Venerdì 3 Maggio 2024, 11:09 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 08:37

Mattia Toson aveva sparato appena due giorni prima l’omicidio di Thomas Bricca e anche in quell’occasione aveva dimostrato le sue abilità di tiratore. Era in grado di sparare quattro colpi in quattro secondi, per due serie di fila, centrando il bersaglio, anche a distanza di 30 metri. Sia con il fucile che con la pistola. È quanto emerso ieri mattina nel corso dell’udienza del processo in Corte d’Assise a Frosinone sul delitto di Alatri. Padre e figlio imputati, per la prima volta, hanno preso parte al dibattimento in collegamento video dalle rispettive carceri - Mattia a Rebibbia, Roberto a Velletri - dove sono ristretti dal luglio scorso con l’accusa di omicidio volontario.

I VIDEO DELLE ESERCITAZIONI

A parlare dell’abilità di Mattia con le armi è stato il luogotenente Gianluca Marchetti, del Nucleo investigativo della Compagnia dei carabinieri di Frosinone e istruttore di tiro militare.

L’investigatore dell’Arma ha raccontato che nello smartphone sequestrato al 22enne vennero trovati quattro video che lo riprendevano mentre si esercitava al poligono di tiro al Giglio di Veroli. Mattia Toson, ha detto il luogotenente, andò al Poligono anche la mattina del sabato 28 gennaio. Due giorni prima dell’omicidio. I video sono stati mostrati in aula. 

«Quello che ci ha colpito esaminando i video - ha spiegato il carabiniere - è stata l’estrema rapidità con cui Mattia Toson colpiva i bersagli a distanze differenziate che andavano dai 14 ai 30 metri. Dalla postura emerge la piena consapevolezza e maneggevolezza con cui utilizzava l’arma, sicuramente un tiratore non occasionale». Trovato anche un video in cui al Poligono si esercitava Roberto Toson, padre di Mattia: «Nel suo caso - ha detto il luogotenente Marchetti - non è emersa un’abilità particolare». 

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I TABULATI TELEFONICI

Al centro dell’udienza anche il giallo degli smartphone spenti. Ad illustrare l’esame dei tabulati è stato un carabiniere del nucleo Investigativo. I telefoni cellulari risulteranno fuori dalla rete nel momento in cui avviene l’agguato, poco dopo le 20. Non un caso, secondo l’accusa. Quel giorno, il 30 gennaio dello scorso anno, l’i-Phone 12 pro di Mattia risulta distaccato dalla rete a partire dalle 19.50. Lo smartphone del padre era stato spento un’ora prima. Entrambi i dispositivi risulteranno di nuovo attivi poco prima delle 21. Ed è qui che è emerso un fatto singolare: i due dispositivi ricompaiono nella rete quasi contemporaneamente. Quello di Mattia alle 20.49, il cellulare di Roberto un minuto dopo. A quel punto le celle telefoniche agganciano il cellulare di Mattia prima nella zona del centro storico, poi alle Fraschette nella zona dove si trova la casa della nonna. Mentre quello di Roberto Toson viene agganciato nella zona dell’ex Stazione dove abita.

IL CASCO

Infine le intercettazioni dei nonni. Il nonno Luciano Dell’Uomo è indagato per aver fatto sparire la memoria del sistema di videosorveglianza della casa alle Fraschette. Perché è sparita la scheda? In una intercettazione, ha riferito ieri un altro carabiniere del Nucelo investigativo, l’uomo manifesta alla moglie Luciana Coccia il timore che nell’hard disk delle telecamere sia rimasta l’immagine di un casco. Di più non è emerso. In un’altra intercettazione i nonni di Mattia dicono che bisogna far sparire «quella cosa che sta sotto le tegole». I carabinieri stavano seguendo i loro spostamenti e vicino all’ex campo di concentramento delle Fraschette troveranno una busta con dentro un pistola scacciacani senza tappo e un cellulare. 

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