Alina Cozac, giudizio immediato per il femminicidio. La Procura: «Gravi gli indizi sul fidanzato»

Secondo gli inquirenti la donna uccisa a gennaio 2023 sarebbe stata strangolata nel suo letto

Alina Cozac, giudizio immediato per il femminicidio. La Procura: «Gravi gli indizi sul fidanzato»
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Venerdì 3 Maggio 2024, 08:24

Inizierà a luglio il processo che dovrà far luce sulla morte di Alina Cozac. Secondo l'accusa, la quarantenne di origini romene sarebbe stata vittima di femminicidio, strangolata dal suo fidanzato. Era il 22 gennaio 2023 quando i sanitari del 118 la trovarono senza vita nell'appartamento che aveva preso in affitto a Villa Raspa di Spoltore. In un primo momento, era sembrato che Alina fosse tragicamente morta per cause naturali. Tuttavia, da un esame più approfondito, gli inquirenti e il medico legale hanno notato degli strani segni sul collo della vittima, che hanno nettamente avvalorato l'ipotesi della morte violenta.

Sul banco degli imputati vi sarà Mirko De Martinis, convivente di Alina. Era stato lo stesso De Martinis, 47enne, a chiamare il 118 intorno alle 4 del 22 gennaio per chiedere soccorso per la sua compagna che si era sentita male: telefonata registrata e agli atti. I sanitari trovarono la donna sul letto e i tentativi di rianimarla risultarono purtroppo vani. De Martinis è stato quindi indagato e si è difeso dicendo che la sua compagna aveva avuto un malore. Tuttavia, il 17 agosto il procuratore aggiunto ha chiesto il provvedimento di arresto, sulla base delle risultanze degli esami dell'anatomopatologo Ildo Polidoro affiancato in un collegio per le garanzie difensive dal dottor Cristian D'Ovidio. Morte per strangolamento: a queste conclusioni sono arrivati gli esperti affiancati dalla polizia giudiziaria del Gav (Gruppo antiviolenza) della procura di Pescara di cui fanno parte donne e uomini dei carabinieri e della polizia, specializzato nei casi di violenza di genere e in danno di soggetti fragili. Un'accusa «suffragata da gravi indizi di colpevolezza», scrive il procuratore capo Giuseppe Bellelli. Infatti, la relazione finale dei medici legali, depositata il 25 luglio in procura, ha confermato «un complesso di evidenze macroscopiche e microscopiche che conducono ad un giudizio univoco di "asfissia meccanica violenta da strangolamento...". La donna presumibilmente è stata colta di sorpresa nel letto e strangolata con una compressione sul collo con il ginocchio o con l'avambraccio dell'omicida».

IL MOVENTE

Svelato anche il presunto movente: Alina aveva più volte manifestato ad amiche e parenti l'intenzione di interrompere la lunga convivenza con il 47enne.

L'avvocato difensore ha chiesto il giudizio immediato per il suo assistito e l'udienza preliminare prevista per ieri è stata annullata: si andrà direttamente a processo e la prima udienza è stata fissata al prossimo 3 luglio. I famigliari di Alina, che per la maggior parte abitano all'estero e fin da subito avevano sospettato di De Martinis, hanno già annunciato che si costituiranno parte civile.


Giuseppe D'Intino
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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