Le prove devono essere state schiaccianti visto che, nel giro di un paio di mesi, l'Ulss 3 Serenissima ha cambiato radicalmente opinione. E, dopo averlo inizialmente negato, ha deciso di staccare un assegno da un milione di euro per gli eredi di un paziente che era stato in cura all'ospedale dell'Angelo. Un maxi-risarcimento che sarà coperto solo a metà dall'assicurazione, visto che 500mila euro andranno in carico all'Ulss per la "liquidazione dei sinistri catastrofali".
I fatti risalgono all'inizio della primavera del 2016, quando gli eredi di O.P., rappresentati dall'avvocato Fulvia Fois, hanno formulato richiesta di risarcimento in relazione ai danni patrimoniali e morali subiti a seguito delle cure ricevute dal familiare presso l'ospedale di Mestre.
La battaglia legale va quindi avanti e, di fronte al rinnovato invito del giudice per una conciliazione espresso nell'udienza del 25 maggio 2023, il legale dell'Ulss 3 mette in fila quelli che sarebbero stati "i rischi derivanti dal prosieguo del giudizio, sia sotto il profilo della pressoché certa soccombenza, sia sotto il profilo di un aumento della condanna e di una difficoltosa percorribilità di un eventuale gravame".
Proseguendo con il braccio di ferro, dunque, l'Ulss si sarebbe trovata probabilmente di fronte ad un risarcimento ancora maggiore stabilito in questo caso dal Tribunale, e così il 30 maggio scorso la posizione viene nuovamente esaminata dal Comitato valutazione sinistri aziendale che torna ad esaminare l'ipotesi conciliativa, formulando stavolta parere favorevole. Il risarcimento da un milione di euro agli eredi del paziente dell'Angelo è stato quindi autorizzato tre giorni fa, per 500mila euro a carico dell'assicurazione, altri 500mila dell'Ulss 3, più altri 70mila ancora a carico dell'assicuratore per le altre spese.