Studentessa con 6 insufficienze promossa dai giudici, la preside della scuola: «Era giusto fermarla. Ora per la ragazza sarà un anno duro»

La dirigente riferisce i colloqui con i genitori e spiega: «Aveva solo poca voglia di studiare e può accadere il primo anno. Il papà è venuto a lamentarsi, gli ho spiegato il nostro punto di vista, condiviso da tutti i docenti, giovani e bravi»

Studentessa con 6 insufficienze promossa dai giudici, la preside della scuola: «Era giusto fermarla. Ora per la ragazza sarà un anno duro»
di Raffaella Troili
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Martedì 22 Agosto 2023, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 01:50

Preside, una studentessa della sua scuola è stata bocciata, anzi no. Come ha preso la notizia?
«Guardi, sono più preoccupata per le difficoltà che potrebbe incontrare la ragazza il prossimo anno e per l’interesse mediatico che ha dovuto affrontare».

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Non lo vede come un segnale di sconfitta nei confronti del giudizio espresso dal corpo docenti?
«Prendo atto delle motivazioni della sentenza, molto probabilmente nella fretta di redigere il rapporto non sono stata chiara, avrei dovuto essere più puntigliosa, la relazione della coordinatrice allegata agli atti probabilmente non era sufficiente».


Come siete arrivati a decidere il “fermo didattico”?
«Nel primo quadrimestre aveva l’insufficienza in 9 discipline su 12, sicuramente nel secondo ha recuperato ma non erano sufficienze piene quelle quattro, compresa quella in italiano.

Eppure durante l’anno è stata affiancata in un rapporto pressoché di 1 a 1 da un docente di potenziamento».

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Insomma, una scelta sofferta ma inevitabile secondo l’Istituto che dirige.
«È una ragazzina come tanti, non ha nessun certificato particolare, come ha detto la mamma in un colloquio con i docenti, aveva solo poca voglia di studiare e può accadere il primo anno. Il papà è venuto a lamentarsi, gli ho spiegato il nostro punto di vista, condiviso da tutti i docenti, giovani e bravi».
 

Ora come si muoverà la scuola?

«Metteremo in campo altre misure a sostegno della ragazza. La nostra non era una punizione ma l’intenzione di predisporre un percorso diverso per permetterle di recuperare in modo più sereno. Ho già trasmesso alla famiglia il percorso didattico predisposto».

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Una bocciatura in prima media, sconfessata dal Tar, se l’aspettava?
«Ripeto, per noi è stata chiaramente un’eccezione ponderata, una misura studiata con attenzione. La scuola accoglie, questo è il nostro motto, specie nel nostro territorio così particolare, dispersivo, difficile. Volevamo tutelare la sua crescita. Al di là dell’opinione personale, noi siamo una scuola e il nostro compito è recuperarli».


Settembre è vicino. Si torna in classe.
«Sarà un anno molto complesso e mi duole questo. E dovremo aiutarla in tutti i modi, come farà la famiglia. Sei insufficienze renderanno faticoso il percorso, in primo luogo a lei. Ma amo questo lavoro e credo nel sistema scolastico. Quanto alla sentenza avrà un valore educativo pari al messaggio che ne vogliamo dare. Quei 5 erano troppi (inglese, francese, musica, scienze, matematica) e non sono diventati dei 6». 

 

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