Insufficiente in 6 materie ma il Tar la promuove: scuola media sconfessata a Tivoli. «Bocciare non è la regola»

La 14enne avrebbe dovuto ripetere l'anno. I giudici hanno ribaltato lo scrutinio

Insufficiente in 6 materie ma il Tar la promuove: scuola media sconfessata a Tivoli. «Bocciare non è la regola»
di Michela Allegri
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Martedì 22 Agosto 2023, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 08:50

Sei insufficienze, ma non può scattare la bocciatura. Il motivo? Per i giudici del Tar la non ammissione alla classe successiva non deve essere un provvedimento afflittivo, ma deve servire per educare l’alunno, spronandolo. Di più: deve rappresentare una vera e propria «eccezione». Anche quando i professori pensano che uno studente non abbia dimostrato di essere in grado di affrontare l’anno scolastico, a cambiare le carte in tavola ci pensa costantemente il Tribunale amministrativo, che si adegua a un orientamento emesso del Consiglio di Stato. E così può succedere, appunto, che un alunno con una sfilza di insufficienze, di cui una grave, per il quale i professori hanno deliberato all’unanimità la non ammissione all’anno successivo della scuola media, venga invece riammesso dai magistrati. È successo all’Istituto Comprensivo Statale Tivoli V, di Tivoli Terme, provincia di Roma, dove gli insegnanti hanno bocciato una studentessa di prima media perché era risultata carente in sei materie, in un caso in modo pesante. I genitori, assistiti dagli avvocati Michele Bonetti e Silvia Antonellis, hanno presentato ricorso davanti al Tribunale amministrativo, chiedendo l’annullamento del provvedimento, ma pure del verbale di scrutinio e della pagella. E i giudici hanno dato loro ragione, sconfessando la decisione dei professori, che si erano attenuti alla delibera del Consiglio dei docenti, di classe e di istituto, in cui erano stati determinati i criteri per l’ammissione: un massimo di un’insufficienza grave (4) e due insufficienze lievi (5).

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«Risultati insufficienti»

Ecco la motivazione della bocciatura, per gli insegnanti: «Risultati complessivamente insufficienti in quasi tutte le discipline... grave insufficienza in inglese e altre insufficienze in geografia, francese, matematica, scienza e musica». I professori hanno sottolineato anche che «nel corso dell’anno la frequenza è stata regolare» e il comportamento «buono», ma l’impegno è stato «scarso e inadeguato, sia nell’esecuzione dei compiti che nello studio». Il Tar ha dato ragione ai genitori della ragazzina, sostenendo che i docenti non hanno considerato l’intero percorso di studi: «L’alunna, dal primo mese di scuola sino al termine delle lezioni, ha visto incrementare le proprie conoscenze e migliorare i propri voti», nonostante in molti casi non abbia raggiunto la media del 6, si legge nella sentenza. Di più: nel ricorso viene messa in evidenza la mancata predisposizione da parte della scuola di «sistemi di ausilio e di supporto per il recupero», visto che, per esempio, l’ultima verifica di francese è stata svolta nel mese di marzo 2023.

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In sostanza, per essere promossi non serve più colmare le lacune e recuperare le insufficienze: basta dimostrare di avere voglia di impegnarsi. Un dato che da molti professori non viene considerato educativo: l’annullamento delle valutazioni emesse dai docenti e la promozione nonostante la presenza di troppe insufficienze, secondo loro, mette in discussione, agli occhi degli studenti, il ruolo stesso dell’insegnante. D’altronde, per il Consiglio di Stato «la non ammissione alla classe successiva nella scuola media inferiore deve essere considerata un’eccezione». E i professori devono attivare «specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di apprendimento». Soprattutto, ed è questo il passaggio considerato più pericoloso da chi insegna: il legislatore ha «elevato a regola la promozione per gli alunni della scuola secondaria di primo grado».

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La motivazione


Per bocciare uno studente, quindi, non basta più un lungo elenco di insufficienze. Serve una motivazione che sia ancora «più pregnante». Non servono i numeri: deve essere formulato un giudizio prognostico sulla possibilità per il minore di recuperare o meno il deficit di apprendimento. In questo caso la ragazzina ha incrementato i voti in 7 materie, recuperando due insufficienze gravi e tre insufficienze lievi in italiano, tecnologia, arte e immagine, migliorando una situazione che nel primo quadrimestre era stata definita «globalmente lacunosa». Secondo i docenti, che a quella ragazzina hanno insegnato per un anno, i progressi, se pure apprezzati, non sono comunque stati sufficienti a consentire la promozione. Ma i giudici la pensano diversamente: la bocciatura è stata annullata, mettendo in discussione il valore educativo della decisione.
Esprime soddisfazione per la sentenza l’avvocato Michele Bonetti, che assiste i familiari della studentessa: «La celerità della corretta pronuncia del Tar del Lazio potrà consentire alla studentessa di recuperare eventuali lacune seguendo dei percorsi individualizzati organizzati dalla scuola».
 

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