Venere di Botticelli ricoperta di immagini di alluvioni, l'ultimo blitz di Ultima Generazione agli Uffizi

I carabinieri hanno raggiunto i due attivisti e li hanno fermati

Blitz di Ultima Generazione agli Uffizi: ricoperta di immagini di alluvioni la teca della Venere di Botticelli
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Martedì 13 Febbraio 2024, 16:10 - Ultimo aggiornamento: 16:23

Blitz di attivisti ambientalisti di Ultima Generazione agli Uffizi di Firenze nel primo pomeriggio di oggi. L'azione, durata pochi minuti, è stata condotta da due giovani che hanno attaccato con scotch di carta sul vetro infrangibile che protegge la «Nascita di Venere» del Botticelli delle fotografie raffiguranti i danni della recente alluvione a Campi Bisenzio (Firenze) e hanno letto un comunicato di rivendicazione prima di venire allontanati dagli addetti alla sicurezza. Nella loro breve incursione nel museo, i due attivisti hanno spiegato di aver condotto l'azione allo scopo di chiedere «un fondo di riparazione di 20 miliardi di euro per tutti i cittadini che hanno subito o subiranno danni dalle catastrofi climatiche», come accaduto «in Emilia Romagna, dove i cittadini sono stati colpiti da un'alluvione, e poi a Campi Bisenzio, con altre persone colpite da un'alluvione». Gli attivisti di Ultima Generazione, inoltre, hanno solidarizzato con gli agricoltori «che sono scesi in strada perché non riescono più ad arrivare in fondo al mese e stanno perdendo i raccolti».

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Il blitz

Uno dei due attivisti di Ultima Generazione autore del blitz agli Uffizi è Giordano Stefano Cavini Casalini, 32 anni, residente a Empoli (Firenze), che ha così violato l'obbligo di dimora recandosi nel museo fiorentino, a cui è sottoposto in seguito a un blocco stradale, dall'8 dicembre 2023. «Un'azione di disobbedienza civile nonviolenta molto semplice per cui rischia gli arresti domiciliari, se non la custodia cautelare in carcere», spiega un comunicato di Ultima Generazione. «Alle 14.50 il personale del museo, facendo uscire prima i turisti italiani e stranieri, ha spento le luci e chiuso la sala, dove sono rimasti al buio completo.

Sono poi arrivate le forze dell'ordine, che hanno portato le persone nella stazione dei carabinieri degli Uffizi».

«Sono un padre di famiglia e operatore socio-sanitario - ha dichiarato Giordano Cavini Casalini in un comunicato - Oggi ho scelto di contravvenire al mio obbligo di dimora e di infrangere nuovamente la legge, rischiando la prigione per tenere fede alla mia promessa di fare tutto il possibile per proteggere la vita. Oggi questo quadro simbolo di amore e bellezza si è trasformato mostrando la distruzione e il dolore che stiamo già vivendo a causa della crisi climatica. Il Governo continua a fingere che i campi non siano arsi a gennaio, che l'acqua non sarà un problema quest'estate, che le case distrutte dalle alluvioni siano eventi accidentali e non causate da scelte umane. E anziché occuparsi di questi e veri problemi, fa leggi assurde per zuppe su del vetro. I nostri politici continuano ad opprimere le voci di chi chiede aiuto e di chi li richiama al loro dovere, con nuove leggi punitive cercando di spaventarci: non capiscono o non vogliono capire, che io sto già soffrendo, soffro per il futuro dei miei amici, soffro per il futuro delle persone che amo, soffro per il futuro di mia figlia».

«Sono un padre di famiglia e operatore socio-sanitario - ha dichiarato Giordano Cavini Casalini in un comunicato - Oggi ho scelto di contravvenire al mio obbligo di dimora e di infrangere nuovamente la legge, rischiando la prigione per tenere fede alla mia promessa di fare tutto il possibile per proteggere la vita. Oggi questo quadro simbolo di amore e bellezza si è trasformato mostrando la distruzione e il dolore che stiamo già vivendo a causa della crisi climatica. Il Governo continua a fingere che i campi non siano arsi a gennaio, che l'acqua non sarà un problema quest'estate, che le case distrutte dalle alluvioni siano eventi accidentali e non causate da scelte umane. E anziché occuparsi di questi e veri problemi, fa leggi assurde per zuppe su del vetro. I nostri politici continuano ad opprimere le voci di chi chiede aiuto e di chi li richiama al loro dovere, con nuove leggi punitive cercando di spaventarci: non capiscono o non vogliono capire, che io sto già soffrendo, soffro per il futuro dei miei amici, soffro per il futuro delle persone che amo, soffro per il futuro di mia figlia».

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