Ragazze "spogliate" con l'app, cellulari sequestrati dai carabinieri. La scuola: «Incontri per sensibilizzare i ragazzi»

Ragazze "spogliate" con l'app, cellulari sequestrati dai carabinieri. La scuola: «Incontri per sensibilizzare i ragazzi»
di Francesca Balestrieri
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Sabato 9 Marzo 2024, 12:12 - Ultimo aggiornamento: 14:21

IL CASO

Sono giornate complicate queste all'istituto superiore Vittorio Veneto Salvemini di Latina. Dopo quanto accaduto in una classe di prima, dove un ragazzo di 14 anni con un'app di intelligenza artificiale, Bikinioff, ha "spogliato" tre compagne di classe e divulgato le foto, ora la situazione è monitorata sia dalla scuola, sia dall'Ufficio Scolastico Provinciale.

«E' una situazione delicata spiega il vicepreside dell'istituto, Dino Iavarone ci stiamo lavorando con grande attenzione.

Primo perché stiamo parlando di ragazzi poco più che 14enni, secondo perché come scuola dobbiamo tutelare i nostri studenti. Le indagini non ci competono, noi dobbiamo pensare all'aspetto educativo ed è quello che stiamo facendo».

La Procura per i Minori di Roma ha aperto un'inchiesta e i carabinieri hanno ascoltato sia il ragazzo che ha creato le foto, sia altri due studenti che le hanno condivise, oltre alle vittime che hanno subito presentato una denuncia. I cellulari sono stati sequestrati e dalle analisi potrebbero emergere nuovi elementi utili alle indagini.

«Una situazione che non si risolve punendo il singolo spiega Iavarone ecco perché abbiamo coinvolto la Garante dell'infanzia e adolescenza Monica Sansoni, con cui collaboriamo da anni, e anche la Polizia Postale. In realtà una richiesta di incontro era stata presentata proprio il giorno prima che accadessero i fatti e dunque ora abbiamo accelerato. Quello che faremo in particolare sarà discutere di quanto accaduto per far capire agli studenti che il mondo virtuale si ripercuote nel reale e quella che loro pensano sia una bravata si può trasformare in un incubo. Ci troviamo di fronte a un reato penale e i ragazzi vanno informati, devono essere consapevoli, perché troppo spesso prendono le cose alla leggera e non si rendono conto delle conseguenze, gravi, che potrebbero scatenare i loro comportamenti».

I docenti, insieme alla dirigenza stanno comunque valutando se adottare dei provvedimenti nei confronti dei giovani coinvolti e denunciati: «Stiamo valutando con la dirigente se è prefigurabile un'azione disciplinare come atto di cyberbullismo. Se è vero che i fatti non si sono consumati all'interno della scuola e che non sono state usate piattaforme scolastiche per condividere le foto, è vero anche che la scuola deve dare un segnale educativo: chi sbaglia deve capire che le conseguenze possono essere gravi. Su questo stiamo ragionando freddo, senza seguire l'onda emotiva, perché non dobbiamo dimenticarci mai che abbiamo a che fare con ragazzi giovanissimi».

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