Latina capitale della cultura? E' scontro tra favorevoli e contrari

Latina capitale della cultura? E' scontro tra favorevoli e contrari
di Andrea Apruzzese
3 Minuti di Lettura
Lunedì 11 Marzo 2024, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 12:15

IL DIBATTITO

Quanti musei, quanti posti letto, quanti fondi messi sul piatto. Non c'è pace, per la candidatura di Latina a Capitale italiana della cultura 2026, dopo i due episodi della scorsa settimana, l'audizione quale città finalista davanti alla commissione del Ministero della Cultura prima e la pubblicazione del dossier (precedentemente secretato) poi. Due episodi che hanno dato la stura a infiniti botta e risposta sui social.

NUMERI E POSTI LETTO

A partire, l'architetto Maurizio Guercio, ex assessore della giunta di Vincenzo Zaccheo, che all'audizione ha "fatto le pulci", scrivendo addirittura «mi vergogno per come la mia città è stata rappresentata», e parlando tra l'altro di una «Latina isolata» rispetto alle unioni di Comuni che si erano presentate; di una sostenibilità economica in cui Latina ha messo 500mila euro di fronte ai 6 milioni di Rimini, ai 14 milioni di Treviso, ai 6 milioni di Maratea, ai 25 milioni de L'aquila, fino ai 7,5 milioni di Gaeta, concorrente "in casa" in quanto della medesima provincia pontina di Latina. E poi i posti letto: «Valdichiana 26mila posti letto, Rimini 143mila, L'Aquila 2mila, Treviso 75 hotel in città. A Latina? Abbiamo scoperto che ci sono 8 alberghi a 4 stelle e 10 B&B Dove?». Passa anche in rassegna le risposte date alla commissione, concludendo che «era bene aver coscienza e amor proprio, per comprendere che Latina non aveva i fondamentali per una simile competizione». A finire tra le sue critiche, anche la testimonial scelta, la signora Giuseppina, che fu docente del Premio Strega, Antonio Pennacchi.

«LA CITTÀ HA BISOGNO DI PACE»

La risposta dell'assessore all'Urbanistica, Annalisa Muzio (che nella giunta coordina la candidatura) non si è fatta attendere, sempre su Facebook. Non cita Guercio, ma le risposte ribattono pari pari le critiche: «Sedici Comuni della Provincia hanno aderito al progetto. Ci sono 22 milioni di euro di investimenti previsti in opere pubbliche e servizi connessi; abbiamo 15mila posti letto nella provincia; personalmente, trovo che il logo elaborato per la candidatura sia molto rappresentativo». Elenca poi i partner culturali e quelli finanziari («Uno su tutti, Unindustria con 2.800 aziende»). E, sulla testimonial, ribatte e accusa: «Sì, la signora Giuseppina, perché no? Non c'è proprio nulla di cui vergognarsi! E comunque non può essere un torto, se i testimonial interpellati, di Latina, hanno declinato l'invito».

GRANDE RISULTATO

Sempre su Facebook, ribatte pure il presidente della commissione Urbanistica, Roberto Belvisi, affermando come «Latina non deve vedersela con le altre 9 finaliste, ma con il perfido fuoco amico», mentre arriva anche la risposta del senatore Nicola Calandrini, secondo cui «essere tra le prime dieci candidate è un grande risultato. La candidatura va intesa come un tassello di un mosaico più ampio, il "Centenario 2032", su cui concentrare il massimo impegno di tutte le istituzioni: dal Governo nazionale e regionale al Comune. Ci aspettano sfide importanti: creare un nuovo modello di sviluppo che faccia della filiera agroalimentare, dell'enogastronomia e del turismo il nostro punto di forza. Potenzieremo il rapporto con l'Università nel solco di una Latina città degli studi, con tutto ciò che questo comporta in termini di servizi. Il mare, risorsa fondamentale per fare della nostra costa un gioiello attrattivo per i turisti italiani e non solo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA