Epatite per trasfusione infetta, emigrante muore in Canada: 2 milioni agli eredi

Epatite per trasfusione infetta, emigrante muore in Canada: 2 milioni agli eredi
di Giovanni Del Giaccio
1 Minuto di Lettura
Martedì 16 Gennaio 2018, 07:00
È morta in Canada, dov’era andata a cercare fortuna, ora i parenti avranno un risarcimento di quasi due milioni di euro. Motivo? La donna, quando era partita, non sapeva che una trasfusione all’inizio degli anni ‘80 - avuta in un ospedale del Molise - l'aveva infettata. Solo nel 2007, infatti, scoprì che il virus dell’epatite C le aveva “mangiato” il fegato, creando una cirrosi epatica e un tumore che l’anno successivo ne ha causato la morte. La signora  aveva 73 anni, buona parte dei quali vissuti a Montreal.  Dopo il decesso della mamma uno dei sei  figli, tornato in Italia e residente a Latina, ha deciso di andare fino in fondo. 

Si è rivolto allo studio legale di Renato Mattarelli - specializzato in questo genere di casi - e ha ricostruito i vari passaggi. La trasfusione nel 1981 durante un intervento chirurgico, il virus dell’epatite che è un killer silente e resta anche per 30 anni nell’organismo prima di infettarlo. Così nel 2014 è stata avviata la causa contro il Ministero della Salute per omessa vigilanza, terminata con la sentenza del Tribunale di Roma notificata ieri al legale della famiglia italo-canadese

«La sentenza - spiega l’avvocato - ha degli aspetti di novità poiché esporta all’estero il dramma dello Scandalo del sangue infetto italiano».  

Servizio completo sull'edizione cartacea o sul Messaggero digital
© RIPRODUZIONE RISERVATA