Caso Soumahoro, con i soldi pubblici pagata anche la clinica per il parto: spese folli nel lusso con Gucci e Ferragamo

Indagine su "Karubu" a Latina: nella lista delle spese folli decine di marchi di lusso come Gucci, Ferragamo, Luisa Spagnoli, Dolce & Gabbana

Caso Soumahoro, con i soldi pubblici pagata anche la clinica per il parto: spese folli nel lusso con Gucci e Ferragamo
di Marco Cusumano
3 Minuti di Lettura
Giovedì 29 Febbraio 2024, 11:38 - Ultimo aggiornamento: 12:23

Nelle carte dell'indagine su "Karibu" emergono altre spese private sostenute da Liliane Murekatete, la compagna di Soumahoro, che gestiva l'impero dell'accoglienza insieme alla madre e ai fratelli. Nella relazione finale del commissario liquidatore della coop, il commercialista Francesco Cappello, viene indicata anche una fattura emessa dalla casa di cura "Santa Famiglia", un'elegante struttura nel centro di Roma. Una fattura da 450 euro intestata a Liliane Murekatete con oggetto "supplemento stanza singola", una spesa sostenuta in occasione della nascita del figlio nel 2019. «E' ipotizzabile - spiega il commercialista Cappello - che la carta prepagata, seppur riportasse quale utilizzatore il nome di una dipendente, venisse di fatto usata da Murekatete per acquisti di beni e servizi in palese contrasto con le finalità sociali».

Lady Soumahoro, soldi delle coop spesi per gli abiti degli sposi. «Sperperati oltre 1,9 milioni di euro»

Nella stessa clinica, tra il febbraio e il marzo 2020, risultano pagate altre fatture intestate ad Aline Mutesi, l'altra figlia di Marie Terese Mukamitsindo, con la causale di "diagnosi prenatale" e altri servizi di tipo sanitario.

Anche in questo caso la valutazione del commissario liquidatore è la stessa: la carta prepagata, seppur intestata a una ex dipendente della coop, sarebbe stata usata dalla figlia di Mukamitsindo per spese private che nulla hanno a che vedere con l'accoglienza dei migranti.

Una buona parte delle spese contestate agli indagati, è stata effettuata proprio attraverso le carte prepagate emesse, in teoria, per coprire i costi legati alla gestione della cooperativa. In realtà risultano acquisti di tutt'altro genere in negozi con marchi prestigiosi come Gucci, Ferragamo, Luisa Spagnoli, Dolce & Gabbana, Elena Mirò, Tod's, Dillard's, 1° Classe Alviero Martini, Tiffany... La lista è davvero corposa e include spese sostenute in centri estetici, pasticcerie, enoteche, ristoranti di alto livello come Il Focarile ad Aprilia, l'Hostaria Il Granchio a Terracina, Sciampagna a Pontinia, il relais Le Colline a Sezze, l'hotel Santa Caterina ad Amalfi.

Soumahoro: a processo la moglie, la suocera e il cognato per lo scandalo Karibu

Per sottolineare il ruolo centrale di Liliane Murekatete nella cooperativa, l'accusa evidenzia i suoi incontri di rappresentanza ad alti livelli. Tra i più importanti quelli organizzati con il sindaco di Milano Giuseppe Sala e con l'ex deputato europeo Pierfrancesco Majorino, organizzati al fine di «cercare altri sbocchi di lavoro». Attività che, secondo l'accusa, dimostrano il ruolo di amministratore-manager esercitato da Murekatete, ben lontano da quello di semplice dipendente e segretaria della cooperativa finita al centro delle indagini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA