Muore a 16 anni, il Comune di Formia apre un'indagine interna: era affidato al sindaco

Muore a 16 anni, il Comune di Formia apre un'indagine interna: era affidato al sindaco
di Elena Ganelli
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Sabato 9 Marzo 2024, 22:29

Pochissime le parole che arrivano dal Comune a Formia sulla vicenda di Giuseppe Maiolo, il ragazzino di 16 anni morto mercoledì mattina in seguito a un incidente stradale mentre a bordo di uno scooter che gli aveva prestato un amico, lo scontro mortale mentre percorreva la strada regionale 630.

A far esplodere il caso, che ha aperto uno scenario sconvolgente, è stato il legale della famiglia che ha rivelato come il ragazzo a maggio dello scorso anno fosse stato temporaneamente affidato dal Tribunale dei minori di Roma all'amministrazione comunale e al sindaco pro tempore, quello che tuttora ricopre tale incarico, vale a dire Gianluca Taddeo. I giudici insomma hanno ritenuto di dover temporaneamente sospendere la responsabilità genitoriale alla madre, vista la sua condizione di particolare fragilità, nominando un tutore provvisorio che avrebbe dovuto provvedere a collocarlo in una struttura adeguata alle sue problematiche. Cosa che non è accaduta così come, ha denunciato l'avvocato Luca Cupolino, non sono stati messi in campo interventi adeguati per il bene del 16enne, che non è stato neppure iscritto a scuola.

LE ACCUSE

Accuse pesanti che chiamano in causa l'amministrazione e il primo cittadino che dopo una giornata di riunioni e verifiche ha rinviato il momento in cui risponderà a tutti gli interrogativi che sono stati sollevati dall'avvocato della madre sul caso. «La situazione è davvero molto delicata sottolinea il sindaco Gianluca Taddeo - stiamo rivedendo tutte le carte con l'assessorato e gli uffici dei servizi sociali, e stiamo ricostruendo tutto il percorso della presa in carico del ragazzo. L'obiettivo è quello di dare una risposta precisa, trasparente e chiara di fronte ad una situazione così dolorosa». Al vaglio del sindaco e dei responsabili dei servizi sociali, oltre che di alcuni legali dell'amministrazione, ci sono i documenti relativi alla posizione di Giuseppe Maiolo che, per usare le parole del legale di famiglia «non ha goduto di alcuna assistenza pubblica, neanche in occasione di altre circostanze.

LA LEGGE 104

Un esempio su tutti il fatto che pur essendo beneficiario della legge 104, e nonostante sindaco e servizi sociali fossero stati avvisati dalla madre della scadenza dell'attuale periodo e della necessità di far sottoporre il figlio alla visita medica rituale, non si sarebbero attivati, omettendo di porre in essere la pratica amministrativa per i relativi accertamenti, con contestuale decadenza di Giuseppe da ogni beneficio».

GLI INTERROGATIVI

Così come non hanno dato seguito alla indicazione del Tribunale dei minori, un'indicazione precisa, quella di «collocare il ragazzo in una struttura adeguata alle sue problematiche necessitando di un contenimento comunitario e di una assunzione costante e regolare della terapia farmacologica prescrittagli». Anche questi obblighi del tutore legale che sono rimasti lettera morta visto che l'adolescente viveva ancora in casa con la madre e non frequentava la scuola perché mai iscritto. Dunque nonostante l'età e nonostante non avesse terminato l'obbligo scolastico che in Italia è fino a 16 anni, l'età di Giuseppe, non era stato iscritto a scuola, negli anni scorsi aveva frequentato l'istituto per geometri Tallini e l'alberghiero Celletti. Insomma un ragazzo di 16 anni trattado da "invisibile".
Sul fronte delle indagini la Procura competente, quella di Cassino, ha aperto un fascicolo per omicidio stradale iscrivendo nel registro degli indagati l'uomo che si trovava alla guida del furgone contro il quale Giuseppe Maiolo si è scontrato.
Gli investigatori sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell'incidente. Ieri intanto sono emersi i primi elementi utili a ricostruire anche attraverso le immagini di una telecamera di videosorveglianza privata avrebbe ripreso l'accaduto. Per ora il corpo del sedicenne è ancora a disposizione dell'autorità giudiziaria e non è stato ancora deciso se effettuare o meno l'autopsia.
Di certo una frase deve rimbombare nella testa di una comunità, della società civile e delle istituzioni: Giuseppe quella mattina non doveva essere sul luogo dell'incidente, ma in classe come tutti i suoi coetanei.
 

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