E' accusato anche di aver dirottato una parte dei soldi destinati ai parroci di Latina sul proprio conto corrente, per un ammontare di circa 60.000 euro. Alessandro Frateschi, l'ex prof di religione arrestato per abusi sessuali su 5 ragazzi minorenni, è stato licenziato dall'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Latina.
L'ulteriore accusa è stata formalizzata con una nuova denuncia depositata nelle scorse settimane.
Il licenziamento è stato annunciato dall'Istituto Diocesano, presieduto da Massimo Baldan, e motivato dalla «per compromissione del rapporto fiduciario». «Il provvedimento - spiega Baldan - è stato adottato al termine delle procedure previste in questi casi dalla legislazione italiana a tutela e garanzia dei lavoratori (Statuto dei Lavoratori), procedure che in casi di particolare complessità, esigono adeguata tempistica».
Frateschi lavorava con un contratto part time nella sede della Diocesi di Latina dove gli investigatori hanno effettuato anche una perquisizione sequestrando il computer che utilizzava al lavoro, per verificare la presenza di materiale pedopornografico. La sua attività è proseguita nonostante l'indagine in corso, prima dell'arresto, probabilmente perché il suo incarico amministrativo, non a contatto con i bambini, è stato ritenuto compatibile con quel ruolo.
Ma ora, dopo una lunga e approfondita verifica, l'Istituto Diocesano ha preso una decisione radicale: il licenziamento. «Sono stati valutati fatti emersi a seguito dei controlli interni effettuati sull'attività operativa dell'Istituto, avviati l'estate scorsa e già sottoposti alla valutazione della Magistratura». Nel luglio 2023, al momento dell'arresto, Frateschi è stato sospeso e ora, alla vigilia del processo, arriva il licenziamento.
L'ex diacono non potrà neppure tornare a insegnare religione, in nessuna scuola, visto che il vescovo di Latina Mariano Crociata gli ha immediatamente revocato l'abilitazione all'insegnamento. La Curia ha anche avviato e concluso un'indagine previa su Frateschi, il suo caso è stato inviato al Dicastero per la dottrina della fede, a Roma, che ha già incardinato il procedimento.