Già nel 2012, alla notizia del riordino e del suo trasferimento in Portogallo, l'allora sottosegretario Gianluca Magri, rispondendo ad un'interrogazione confermò che la dislocazione dei nuovi centri era già stata approvata nel corso di un vertice Nato e che tutti i Paesi avrebbero dovuto «accettare dei sacrifici». Il sacrificio dell'Italia si chiama Nato Communications ad information systems School ed è a Latina dal 1959.
Ma torniamo al 2011, in giugno ne viene decisa la chiusura e il trasferimento dopo il vertice Nato che stabilisce la necessità di un riordino, in Consiglio comunale a Latina viene approvato all'unanimità un ordine del giorno presentato da Angelo Tripodi, allora Pdl, attualmente consigliere regionale della Lega, per il mantenimento della scuola: «Siamo in ritardo affermò ma ci sono ancora minimi margini per operare». Claudio Moscardelli, consigliere comunale del Pd e attualmente segretario provinciale dello stesso partito, assicurò: «In base a mie informazioni, potrebbe permanere per altri tre anni, poi ci sarà il riordino». L'assessore Patrizia Fanti informò che il sindaco, Giovanni Di Giorgi, aveva chiesto un incontro al ministro della Difesa Ignazio La Russa. Se parlò poco in quell'anno, poi non se ne parlò più. Fino ad ora, quando le decisioni della Nato sono prese e tra poche ore inizierà la smobilitazione. Ma in città questa chiusura si farà sentire. L'indotto non è poca cosa, parliamo di oltre cento persone con le loro famiglie che lavorano e vivono qui. Non solo, ogni anno nella scuola arrivano per i corsi, ognuno della durata di qualche settimana a seconda del tipo di specializzazione, in media 3.000 studenti, che alloggiano, frequentano negozi e ristoranti di Latina.
L'area Nato all'interno della Brigata che ha sede alle casermette occupa quattro edifici: lingue ed esperienze che si incrociano, una scuola che prepara a livello avanzato il personale militare e civile alla conduzione e alla manutenzione dei Cis, i sistemi di informazione e comunicazione Nato. Gente che arriva da mezzo mondo. Fino a qualche anno fa gli studenti restavano anche sei mesi a studiare a Latina, poi, con il trasferimento dei dati e l'insegnamento a distanza è sufficiente fermarsi per qualche settimana. Ma è pur sempre: qualche settimana moltiplicata per oltre 3.000 persone. Una presenza importante, un centro di eccellenza al quale domani Latina dirà addio nel più assoluto silenzio.
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