In quella stanza dell’ex convento (sede della casa di riposo), fra il 1858 e il 1859 visse e studiò il giovane frate umbro Francesco Possenti, nato ad Assisi nel 1828, morto nel 1862 e canonizzato nel 1920. A lui gli abitanti di Pieve Torina sono molto devoti. Il parroco ha manifestato il suo disappunto scrivendo al sindaco Alessandro Gentilucci chiedendone il ripristino e interessando l’ufficio dei beni culturali della Diocesi di Camerino, cui appartiene la parrocchia.
«Sono meravigliato che non sia stato dato alcun avviso da parte del comune proprietario della struttura e della cooperativa che gestisce la casa di riposo – scrive il parroco – prima di sottrarre i banchi e togliere la via crucis da un luogo di culto come era stato fino al 21 ottobre scorso la stanza si San Gabriele a cui la gente è molto devota». Richiesta fatta dal sacerdote anche alla Soprintendenza delle Marche.
«Non ho sfrattato e tolto nulla a nessuno – replica il sindaco Alessandro Gentilucci – ho preso una decisione da padre di famiglia, che ha permesso di salvare sia il luogo di culto che 18 posti di lavoro alla casa di riposo. Non capisco questa strumentalizzazione politica, quando l’aspetto è religioso. Solo così ho salvato la casa di riposo che richiedeva una stanza per l’attività motoria e ne avevamo parlato anche col parroco».