Non tutte le storie hanno un inizio e una fine, scrive lui: ma con la chiusura del sodalizio di Pierpaolo Piccioli e Valentino sembra proprio che un’epoca si sia conclusa nel tempo di un post su Instagram. Sono passati 25 anni da quando il designer di Nettuno entrò in azienda e poco meno di 16 da quando, in un primo momento insieme a Maria Grazia Chiuri e poi, nel 2018, da solo, raccolse l’eredità del brand (e del fondatore Valentino Garavani, non uno qualsiasi, insomma) per dargli una nuova identità.
L'addio
“Un capitolo cruciale” nella storia dell’azienda, spiega l’azienda stessa. Lusso ed eleganza, capisaldi della maison dai tempi delle nostre nonne, traghettati nel nuovo millennio: così al classico “Rosso Valentino” sono subentrati il Pink PP e poi Le Noir, quell’ultima collezione autunno inverno che per molti ora suona come un funerale. Così i modelli da sogno sono stati portati in passerella in luoghi altrettanto da sogno: i canali di Venezia, il castello di Chantilly, la scalinata di Trinità dei monti. Così sarti e sarte hanno sfilato mano nella mano con il direttore creativo perché “sono loro a fare la magia”, ci ha spiegato Piccioli.
Cosa succede ora?
Insomma, se parliamo di designer che finiscono per rappresentare un marchio, un terremoto simile nel mondo della moda non si vedeva dall’addio (anche quello a sorpresa) di Alessandro Michele a Gucci nel 2022.