Il 62% del popolo cileno ha votato "no" per il referendum legato alla riforma costituzionale, scegliendo quindi di mantenere la costituzione redatta da Pinochet nel 1973. Nella notte migliaia di persone sono scese in strada in varie città del Cile, con la capitale Santiago come epicentro dei festeggiamenti, per celebrare l'ampio trionfo del "rechazò", cioè il rifiuto al referendum sulla proposta di nuova costituzione per il Paese.
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Cile, vince il "no" nel referendum costituzionale: le proteste dei sostenitori del "si"
Una notte che è stata scandita non solo dai festeggiamenti, ma anche da alcuni episodi violenti andati in scena a "Plaza Italia", già cuore delle proteste sociali di Santiago del Cile, nel 2019.
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Secondo l'Ansa, al voto storico hanno partecipato 12,5 milioni di persone sulle 15 totali aventi diritto. Un voto che in gran parte ha sorpreso, considerando che l'80% dei cileni nel 2020 aveva votato per redigere una nuova costituzione. Uno dei più grandi festeggiamenti per l'esito del referendum si è tenuto proprio nella capitale cilena. Nell'Avenida Andrés Bello, sulle rive del fiume Mapocho, dove è stato allestito in pochi minuti un palco con musica dove la gente si è recata per ballare e festeggiare.
Il presidente colombiano, Gustavo Petro: «Resuscitato Pinochet»
«Pinochet è resuscitato»: con questo giudizio laconico il presidente colombiano, Gustavo Petro, ha reagito via Twitter all'ampia vittoria del "no" circa il referendum svoltosi ieri in Cile, in cui è stata bocciata la bozza di nuova Costituzione che avrebbe dovuto sostituire quella in vigore voluta da Pinochet nel 1973.
Revivió Pinochet. https://t.co/zixLipcXsU
— Gustavo Petro (@petrogustavo) September 4, 2022
In un secondo tweet Petro, insediatosi alla presidenza della Colombia un mese fa, ha quindi spiegato che «solo se le forze democratiche e sociali si uniranno sarà possibile lasciarsi alle spalle un passato che macchia tutta l'America latina».
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