Obbligati a crescere, muoversi nel futuro. De Micheli: rivedere orari scuole e uffici. Battisti: l'alta velocità crescerà

Obbligati a crescere, muoversi nel futuro. De Micheli: rivedere orari scuole e uffici. Battisti: l'alta velocità crescerà
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Giovedì 15 Ottobre 2020, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 01:06

«Muoversi nel futuro» è il titolo del terzo appuntamento del ciclo Obbligati a Crescere 2020, l'evento organizzato annualmente dal gruppo Caltagirone Editore, che ha lo scopo di approfondire le tematiche più rilevanti del contesto socio-economico nazionale e internazionale ed elaborare, insieme ad alcuni protagonisti del sistema, nuovi stimoli e proposte per contribuire a rendere più agevole il percorso di rilancio e crescita del Paese.

La mobilità, intesa nel senso più ampio e futuribile del termine, ma anche i problemi attuali del trasporto locale, sono l'argomento che ha animato il webinar andato in onda oggi in streaming dalle 9.30 sui siti di Messaggero, Gazzettino, Mattino, Corriere Adriatico e Nuovo Quotidiano di Puglia, i quotidiani del gruppo Caltagirone Editore. Hanno partecipato la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli; il presidente dell'Aci, Angelo Sticchi Damiani; il ceo del Volkswagen Group Italia, Massimo Nordio; il ceo delle Ferrovie dello Stato Italiane, Gianfranco Battisti; il direttore della divisione Green/Traditional Refinery dell'Eni, Giuseppe Ricci; infine, il ceo di Engie Eps, Carlalberto Guglielminotti.

 

La ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha iniziato parlando di trasporto locale ai tempi dell'emergenza Covid. «Siamo ancora in emergenza, ma in realtà la situazione dei trasporti è molto diversa da come viene descritta. Tutti gli strumenti che il governo ha fornito a enti locali e aziende di trasporto sono stati utilizzati. Ci sono state situazioni più complicate localizzate sul territorio ma complessivamente affermare che il trasporto pubblico locale non abbia fatto quello che deve fare in relazione alle linee guide di riempimento dell'80% non è vero», ha sottolineato la ministra, ricordando che è necessario rispettare le procedure. «Ho una nipote che va a scuola con il pullman: c'è il rispetto maniacale delle indicazioni del governo», ha insistito. 

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«Il trasporto pubblico locale può avere un riempimento fino all'80% con obbligo della mascherina. Quando si prendono i mezzi di trasporto per andare a scuola o al lavoro si resta sul mezzo per un tempo molto breve e il tempo è uno dei fattori del contagio. Ovvio che dobbiamo rispettare tutte le regole. Abbiamo avuto in particolare qualche problema in salita sui mezzi, dove si determinano assembramenti anche all'aperto in attesa dei bus.

Abbiamo aumentato i controlli, ma i problemi li abbiamo registrati negli orari di uscita dalla scuola», ha sottolineato.

De Micheli ha poi sostenuto che non è possibile ridurre ulteriormente il livello di riempimento dei mezzi pubblici («non è la soluzione»), mentre ha affermato che si può aumentare ulteriormente il numero di mezzi su gomma e rivedere nei casi di criticità gli orari di ingresso a scuola e negli uffici pubblici per scaglionare i movimenti delle persone in più fasce orarie della giornata e ridurre l'affollamento su bus e treni. 

De Micheli si è poi soffermata sul rilancio dell'Alitalia. La ministra si è detta convinta che in una condizione di «ritrovata normalità», una volta superata l'emergenza Covid, la compagnia sarà in grado di autofinanziarsi e non avrà bisogno di ulteriori iniezioni di capitale oltre ai 3 miliardi stanziati dal governo per farla ripartire. De Micheli ha ribadito che sarà poi necessario trovare un partner e riguardo all'ipotesi dei 5mila esuberi circolata in questi giorni ha dichiarato: «E' un numero che ho solo letto sui giornali, non ho mai visto su nessun documento». La ministra ha quindi evidenziato che «il mandato è garantire i livelli occupazionali e che il tema esuberi verrà discusso alla fine del processo». 

«L'obiettivo della newco - ha proseguito De Micheli - è avere una grande compagnia e non una low cost e con un obiettivo internazionale molto più spiccato. La sostituzione degli aerei e la valorizzazione dell'occupazione, delle competenze e delle potenzialità del personale, che in questi anni ha fatto una fatica enorme, sono gli obiettivi che ha dato il governo, ma con la flessibilità sul tempo della realizzazione a causa del Covid»

Il presidente dell'Aci Angelo Sticchi Damiani ha parlato dei grandi cambiamenti vissuti negli ultimi anni dal sistema della mobilità: «Oggi i ragazzi vogliono muoversi ma con la sharing mobility. Vogliono pianificare i loro viaggi senza acquistare un mezzo», ha rilevato. Damiani ha poi ricordato che c'è stato una forte contrazione dell'uso del trasporto pubblico durante l'emergenza Covid e un incremento dell'utilizzo dell'auto, anche per le vacanze, rispetto al passato. «Anche se nelle automobili si sono registrati casi di contagio», ha avvertito il presidente dell'Aci.

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Il ceo di Volkswagen Group Italia, Massimo Nordio, si è concentrato sull'auto elettrica. «Dal 2050 saremo carbon neutral per i veicoli ma già dal 2040 smetteremo di commercializzare veicoli con motori termici», ha detto Nordio, sottolineando i problemi della riconversione per i 122 stabilimento del gruppo. Volkswagen prevede di investire 60 miliardi entro il 2024 nella mobilità elettrica e nei veicoli ibridi ma anche nelle infrastrutture. «Ci sarà bisogno di un periodo di transizione piuttosto lungo, circa 20 anni, per adattarsi a un mondo fatto di veicoli elettrici», ha continuato Nordio che ha parlato di trasformazione graduale. «Non ci sarà un d-day in cui si schioccano le dita e diventiamo tutti utilizzatori di veicoli elettrici», ha aggiunto. «Piano piano i veicoli elettrici diventeranno sempre più simili come utilizzo e performance ai veicoli tradizionali, ovviamente con tutti i vantaggi dell'elettrico», ha proseguito Nordio.

Il manager ha poi auspicato la creazione di una cabina di regia con costruttori, autorità e produttori di energia per programmare meglio il passaggio all'elettrico e ha chiesto provvedimenti per facilitare la transizione delle grandi flotte aziendali. «Credo comunque che la volontà di sostenere la mobilità elettrica ci sia», ha aggiunto riferendosi a quanto fatto finora dal governo.

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L'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Italiane, Gianfranco Battisti, ha rilevato che il sistema dei trasporti è al centro della crisi provocata dall'emergenza Covid. «Si sta tornando indietro», ha osservando riferendosi allo sforzo fatto negli anni passati per trasferire una quota di passeggeri dall'auto al trasporto su ferro. «La gente percepisce come più sicura l'auto» in questa fase, ha sottolineato Battisti, ricordando tuttavia che «non risultano casi di contagio sui treni». 

Battisti ha poi detto che va ripensato il modello di offerta dell'alta velocità, ridisegnando la rete e favorendo anche i collegamenti dei centri più piccoli. «L'alta velocità crescerà in futuro attraverso i grandi corridoi Trieste-Torino e poi fino a Bari, Reggio Calabria e in Sicilia. Si tratta di opere fondamentali che ci integrano con l'Europa», ha detto Battisti. Ma, ha aggiunto, «dobbiamo tener conto che la pandemia di Covid ha portato alla de-urbanizzazione, molte persone si sono spostate dalle città ai borghi. Quindi noi dobbiamo ripensare alla redistribuzione dell'alta velocità su asset fino ad oggi considerati secondari e creare un sistema di accessibilità diffusa per lo sviluppo di queste aree».

«Sull'alta velocità - ha continuato l'amministratore deelgato delle Ferrovie - noi dobbiamo assolutamente allargare il perimetro, mantenendo gli asset fondamentali. Torino, Milano e Genova diventeranno un'unica grande area urbana perché saranno collegate in meno di un'ora grazie all'alta velocità. Il terzo valico permetterà a Genova di arrivare in 50 minuti a Milano e in 51 minuti a Torino. Lo stesso possiamo dire di Napoli con Bari ad un'ora e 58 minuti. Nel 2026 completeremo l'alta velocità tra queste due città».

Ma in generale, secondo il manager, è necessario ridistribuire il flusso dei passeggeri nell'arco della giornata e ripensare l'offerta di trasporto. Un lavoro che va fatto in collaborazione con scuole, uffici e aziende. «Va ripensato il modo in cui si fanno lavorare le persone, il modello di lavoro non è più lostesso rispetto al passato. Nulla sarà più come prima». «Noi dobbiamo abbassare la curva di ingresso nelle grandi aree urbane perché è tutta concentrata nelle fasce a maggior domanda tra le 7 e le 9 la mattina e il pomeriggio dalle 17 e le 19. Non funziona più questo modo, soprattutto per il flusso pendolare. Va evidentemente ridistribuito il flusso e questo non possiamo farlo da soli ma dobbiamo farlo evidentemente con le parti sociali, con le istituzioni, con le scuole, gli uffici, le aziende, perchè è inutile concentrare gli ingressi tutti in certe ore. Va completamente rivisto il modello di offerta», ha osservato ancora Battisti.

Il manager ha poi ricordato che le Ferrovie sono il gruppo industriale che ha investito di più in Italia in infrastrutture, treni e digitalizzazione. «Investiremo quest'anno 20 miliardi di euro. Ne abbiamo già investito a fine settembre 14,5 miliardi. È un record assoluto nel Paese. Siamo un asset importante per il rilancio del Paese. Stiamo spingendo tanto su questi investimenti».

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Il direttore della divisione Green/Traditional Refinery dell'Eni, Giuseppe Ricci, ha parlato di energia ed evoluzione del sistema dei trasporti e dell'obiettivo di decarbonizzazione che deve avvenire mantenendo una sosteniblità sociale, cioè garantendo i livelli occupazionali, ed economica. Ricci si è poi soffermato sulla trasformazione della rete di distributori dell'Eni, diffusa in tutta Italia, che diventeranno veri e propri negozi e permetterannoo di combinare la ricarica elettrica del veicolo con la posibilità di avere a disposizione altri servizi. «Una stazione di servizio che sia una specie di emporio», ha detto il manager dell'Eni. «La pandemia sta cambiando il modello di consumo», ha aggiunto.

Anche l'amministratore delegato di Engie Eps, Carlalberto Guglielminotti, ha parlato di mobilità elettrica, sottolineando che l'80% delle ricariche dei veicoli in futuro sarà fatto a casa o in ufficio. Per abbattere le barriere alla mobilità elettrica Guglielminotti ha affermato che Engie Eps ha abbracciato con Fca un progetto che consentitrà di avere un sistema di ricarica ("wall box") che potrà essere connesso a una presa elettrica di casa, senza dover collegare come avviene ora la batteria direttamente al quadro elettrico. Questo sistema, ha assicurato il manager, consente in una notte di ricaricare una utilitaria per 180/200 chilometri di autonomia.

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