Il dramma dei senza casa, gli sfratti oltre quota 360

Il dramma dei senza casa, gli sfratti oltre quota 360
di Maurizio Di Biagio
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Venerdì 13 Aprile 2018, 15:38
L'appello al Commissario prefettizio Pizzi, ma più in genere a tutte le istituzioni del territorio, è accorato: «Lui può intervenire, come del resto tutti gli altri, ma finora non l'ha fatto» recita il segretario provinciale Sicet (Sindacato Inquilini Casa e Territorio), Antonio Di Berardo. C'è da porre un argine agli sfatti che in provincia di Teramo crescono di numero: ora sono a quota 361 ma il dato è in crescita. La crisi economica si riflette sulla perdita del posto di lavoro e sul conseguente dramma della perdita della casa, sugli affitti che non si riescono a pagare e sugli ufficiali giudiziari che purtroppo devono certificare il trasloco dei pochi beni a disposizione.

«Una situazione non più tollerabile prosegue Di Berardo - da troppo tempo trascurata oltre che dalla vecchia politica, anche dalle istituzioni». A detta del sindacalista l'amministrazione comunale precedente sin dal 2012 «come se niente fosse» ha bloccato le assegnazioni «creando una situazione di vulnerabilità sociale ed impedendo di fatto a centinaia di famiglie di accedere al diritto di una abitazione, richiamato dai vari Trattati internazionali e dall'art. 3 della Costituzione italiana». Ci sono liste d'attesa bloccate al 2009. Si porta l'esempio di questi giorni di Tanku Sokol, due figlie a carico, una di 8 anni con problemi di asma e l'altra di 5, che ha vissuto per 12 anni in un appartamento di Viale Bovio a Teramo che dovrà lasciare oggi alle 9,30, quando scatterà lo sfratto esecutivo, per scadenze di un precedente rinnovo accordato: «l'Ufficiale Giudiziario con la presenza della forza pubblica si recherà presso la sua abitazione per fare uscire di casa lui, la moglie e le due figlie».





Una scena che non si vorrebbe mai vedere. In questi casi, Di Berardo dà la colpa alla perdita di lavoro «che non ha più permesso di pagare l'affitto». Per di più si è andati di rinvio in rinvio «col cuore in gola ogni volta che qualcuno bussasse alla porta o che squillasse il telefono». È intervenuta anche una proroga per lo sfratto viste le condizioni di salute della figlia. «Unitamente al lavoro l'emergenza abitativa è una delle priorità assolute per i cittadini della nostra Provincia». Il Sicet, dunque, chiede di rilanciare al più presto le politiche di edilizia residenziale pubblica la via da seguire: «Noi più volte abbiamo rappresentato alla politica, alle Istituzioni, e al Comune di Teramo le difficoltà delle persone, ma tutti, compreso i vari Prefetti succedutesi, non ultima l'attuale prefetto Graziella Patrizi, ma non è mai venuta nessuna risposta». Una richiesta di incontro al Commissario Prefettizio Luigi Pizzi è stata fatta l'8 gennaio scorso «ed anche questa è rimasta inascoltata. Al momento non si vede nessuna possibilità di soluzione da parte di chi deve garantire un tetto per una vita più dignitosa». Diminuiscono invece gli sfratti per finita locazione, tutto ciò quando si fa notare che circa un terzo della popolazione teramana non se la passi proprio bene, anzi vive proprio sotto la soglia di povertà senza che riesca a pagare affitti ed utenze. Un vero e proprio dramma sociale.
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