LO SCHEMA
Lo schema che sta prendendo corpo prevede a capo dell’azienda un consiglio di indirizzo formato da 5 membri, tra cui il presidente e l’amministratore delegato scelti in una rosa di candidati proposti da organismi neutri. Negli incontri e nei seminari che ci sono stati finora si è fatto il nome del Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane, dell’Agcom, l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, e della Siae, la società italiana autori ed editori. Non è detto però che restino questi. Il consiglio di indirizzo (o di sorveglianza) in questo modo, si fa osservare in ambienti pd, «non sarebbe più diretta espressione della politica». Il Parlamento sceglierebbe in questa rosa i membri come fa oggi per i giudici della Consulta o per i componenti laici del Consiglio superiore della magistratura. Il nuovo assetto, con il superamento della Legge Gasparri, di cui proprio qualche giorno fa si è è ricordato il decennale, derubricherebbe la commissione di Vigilanza Rai a mera appendice, con un ruolo tutto da definire (se resterà in vita). Lotti lo ha detto: «Vogliamo che i partiti non entrino più nel sistema Rai perché l'organizzazione Rai che rispondeva a un'organizzazione partitica e parlamentare di qualche anno fa crediamo non sia più necessaria». Il nuovo management dell'azienda dovrà «cambiare verso» alla gestione dell'informazione. Per capire in quale direzione andare e studiare da vicino le varie piattaforme, Giacomelli l’estate scorsa ha visitato a Londra la Old Broadcasting House della BBC e incontrato David Jordan e Daniel Wilson, rispettivamente direttori della policy editoriale nazionale e internazionale. E si è parlato, guarda caso, proprio di governance.
LA FONDAZIONE
Lavori in corso, dunque. Entro ottobre ci sarà il decreto Rai che definirà le nuove regole e gli importi - molto più bassi - che disciplineranno il canone tv. E ancora prima, il prossimo 17 ottobre, il cda dell’azienda di viale Mazzini che potrebbe avviare un piccolo valzer di poltrone tra direttori di rete e testate. Sempre che non si decida di prendere tempo e ottenere prima il via libera dei sindacati al piano di accorpamento messo a punto dal dg Gubitosi. Mercoledì prossimo infine è convocata la seduta della commissione Vigilanza per l’audizione di Angelo Cardani, presidente AgCom. L’unico, insieme al commissario Antonio Nicita (che però si è astenuto), a schierarsi contro il nuovo calcolo dei canoni per l’utilizzo delle frequenze e lo sconto milionario a Rai e Mediaset. Giacomelli imporrà un dietrofront.
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