Cardinale Parolin: «Referendum, i cattolici vadano ai seggi Rinnoveremo l'intesa sui vescovi in Cina»

Cardinale Parolin: «Referendum, i cattolici vadano ai seggi Rinnoveremo l'intesa sui vescovi in Cina»
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Martedì 15 Settembre 2020, 11:44

Città del Vaticano - Cattolici non andate al mare: andate a votare. Man mano che si avvicina il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari si palesano le indicazioni della Chiesa. «Ognuno voti secondo coscienza e non faccia mancare il proprio apporto democratico». A parlare è il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin.
Lei andrà a votare?
«Per quella data difficilmente riuscirò a spostarmi per raggiungere il Veneto dove generalmente voto».
Lei è per il Si o per il No?
« C'è già una grande polemica e non spetta al Segretario di Stato dare indicazioni. Semmai potrebbe farlo la Cei ma non la Santa Sede. Tuttavia non si può non richiamare ai grandi valori, come è stato fatto in passato, lasciando alle persone la decisione anche perché il referendum è una espressione di democrazia che permette alla gente di pronunciasi direttamente su problemi politici importanti».
Sull'Economist è uscito un lungo articolo sulla questione cinese. Il Papa e Xi due anni fa hanno firmato un accordo per sanare il vulnus delle nomine dei vescovi. L'intesa però ha dato problemi a quei cattolici restii ad accettare il controllo del partito comunista. Il Vaticano rinnoverà l'accordo?
«L'intesa con la Cina non è ancora scaduta, scade ad ottobre, a due anni dalla sua entrata in vigore. Per il momento ci sono buone possibilità per il rinnovo e la nostra intenzione è che questa intesa venga prolungata con la formula ad experimentum, esattamente come è stato fatto finora, in modo da valutare ulteriormente il cammino in corso per arrivare all'unità della Chiesa in Cina».
E' un accordo criticato anche da diversi cardinali poiché la situazione non è rose e fiori...
«Penso che l'intenzione di rinnovarlo vi sia anche da parte della Cina. Questo anche se i primi risultati non siano stati eclatanti. In questi due anni ci sono stati problemi, tuttavia è stata impressa una direzione importante che vale la pena perseguire. Penso che il discorso della collaborazione valga sempre in qualunque epoca storica e anche nei confronti di un grande paese come la Cina».
Lei ha incontrato il premier Conte, di cosa avete parlato?
«Abbiamo parlato 5 minuti soprattutto del futuro del Libano e del grande tema della cooperazione internazionale che va allargato alle nuove forze della società libanese emerse in questo periodo. Bisogna concentrarci sul bene comune e aiutare questo Paese a superare le logiche del passato che sono limitanti».

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