Susan Sarandon ospite al Riff 2024: «L'AI nel cinema? È una ladra, ma non saprà mai cos'è l'amore»

Al Riviera International Film Festival il premio Oscar Susan Sarandon ha tenuto una masterclass di oltre un'ora raccontandosi senza peli sulla lingua e confessando i suoi timori sul futuro del cinema: «Sappiamo troppo poco dell'intelligenza artificiale. Da qualche parte in un computer c'è il mio corpo scansionato»

Susan Sarandon durante la masterclass al Riviera International Film Festival (foto di Alessio Piccirillo)
di Tiziana Panettieri
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Domenica 12 Maggio 2024, 19:38

Donna libera e senza paura alcuna di dire quel che pensa. Susan Sarandon si è presentata così ieri al Riviera International Film Festival, dov’è ospite e giurata dei film in concorso, tenendo una masterclass interattiva all’ex Convento dell’Annunziata. Senza nessun moderatore e completamente padrona del palco, il premio Oscar 1996 per “Dead Man Walking” ha costruito una lezione rispondendo alle domande più varie del pubblico, che ha certamente approfittato di essere al cospetto di una delle star più famose e importanti della storia del cinema per soddisfare curiosità e sentire aneddoti riguardanti la sua carriera.

I limiti dell'AI

«Lo sciopero degli attori a Hollywood ha dimostrato quanto sappiamo poco sull’intelligenza artificiale. Per ‘Blue Beetle’ hanno scansionato il mio corpo e non so che fine abbia fatto. È una ladra di fotografia e scrittura, ma non saprà mai cosa significa l’amore», esordisce forte e chiara Sarandon, aprendo così un dibattito più ampio e lungo del previsto, ma che ha soddisfatto appieno i suoi fan accorsi lì dalla mattina presto.

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Una sex symbol che ama l'Italia

Non ha risposto alla domanda su quale sia il suo film preferito tra gli oltre ottanta lungometraggi alla quale ha partecipato, preferendo comunque scegliere “ruoli positivi e se sfidanti ancora meglio” – ha detto -, ma a “Dead Man Walking” ha riservato una parentesi particolare: «Sono diventata amica di suor Helen dopo averla interpretata. È stato un film importante, perché da lì è partita la riflessione sul tema e la condizione dei condannati a morte».

Al film “Il conformista” di Bernardo Bertolucci ha dedicato un pensiero particolare: «Dopo averlo visto la mia visione del cinema è completamente cambiata.

All’epoca neanche lo capii bene, ma ero consapevole di non aver mai visto niente del genere». Sarandon ha lavorato in Italia diretta da Mario Monicelli di cui confessa di non ricordare molto perché troppo giovane all’epoca del film “La mortadella”, ma ripensa a Sophia Loren (protagonista del film) e spera in una nuova esperienza lavorativa nel nostro paese a cui è particolarmente legata (anche per le sue origini siciliane da parte di madre): «Mi piacerebbe saperne di più sul vostro attuale cinema. Festival come il Riviera sono fondamentali, perché danno spazio ai giovani registi».

E su possibili ruoli futuri è stata chiara. Scherzando (ma mica tanto in fondo) ha ammesso di aver ancora voglia di partecipare a film che esaltino la sua femminilità: «Ormai mi fanno sempre ammalare o morire. Anche se oggi faccio la nonna adoro essere un sex symbol».

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Il futuro dell'America

Una diva solo sulla carta, perché si è concessa al pubblico con grande semplicità e schiettezza. E con altrettanta schiettezza ha risposto alla domanda di “The Hollywood Reporter Roma” riguardo le prossime elezioni americane: «Dovrebbe essere il paese più ricco e intelligente al mondo e queste sono le scelte che abbiamo (riferendosi a Biden e Trump)». E se il tycoon dovesse ritornare alla Casa Bianca per la seconda volta l’attrice non ha avuto peli sulla lingua a dichiarare i suoi timori: «Se vince Trump avremo un fascista al governo». Secondo Sarandon infatti per Biden sarà difficile batterlo «a causa di Israele. Dicono di voler fermare la guerra, ma continuiamo a finanziarla».

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